Fim-Cisl Thiene risponde a Fiom-Cgil Rimini: “Sapevano dell’incontro”
“La Fiom – aggiunge Battipaglia – ha sbagliato a non sedersi quel tavolo, che poteva usare per valutare e fare le proprie considerazioni, anche se non firmava”. A Battipaglia soprattutto non vanno giù le dichiarazioni di Urbinati della Cgil sullo “Spezzatino territoriale”. “Faccio presente – spiega Battipaglia – che territori come quello di Pesaro, con Morbidelli, e quello di Thiene, con Stefani, Busellato, e Sag, sono le vere vittime sacrificali di questo piano di riorganizzazione SCM, perché a Thiene e a Pesaro sono stati portati via reparti, produzioni, professionalità, chiuse aziende, e il tutto trasferito e in favore di Rimini, a noi il nostro orto è stato massacrato con perdite di posti di lavoro, per Rimini vale giusto il contrario, gli é stato dato e ciò produrrà nuova occupazione, e se solo vi fosse il buon senso di alcune OO.SS. Riminesi, più che preoccuparsi dell’orto altrui, si occupino del loro, che governato responsabilmente da orto può divenire un giardino occupazionale”.
“Mi chiamo Carmine Battipaglia , RSU FIM-CISL della STEFANI SCM-GROUP di THIENE (VI), e mi rivolgo a voi perché in questi giorni ho appreso da alcuni articoli, delle accuse rivolte a noi OO.SS. Veneta della FIM-CISL e della UILM-UIL, da parte della FIOM-CGIL di Rimini, in merito all’accordo SCM sulla CGIS firmato separatamente il giorno 04/01/2010 a Thiene, al cui tavolo la FIOM-CGIL non era presente perché come dichiara per voce di alcuni suoi dirigenti “ …perché informati troppo tardi” o alludendo la loro voluta mancata presenza “…per cambi dell’ordine del giorno”.
Balle!!!…e mi scusi per la schiettezza, perché la verità é ben altra, una verità non detta dalla FIOM-CGIL da ben 11 mesi a questa parte, che stava, e sta a tutt’oggi, nella volontà di non voler fare un accordo più per posizioni politiche verso l’azienda SCM, che nel reale interesse di chi rappresenta, cioè i lavoratori.
Come é altrettanto vero che l’incontro previsto per il giorno 04/01/2010 a Thiene, non era un incontro informale, del tipo tanto per fare due chiacchere o scambiarci i rituali auguri Natalizi, ma un incontro vero, proposto e concordato su indicazione del funzionario del ministero del lavoro il giorno 23/12/2009 a Roma, avente uno scopo ben preciso, che era quello di esplicitare per il sito Stefani di Thiene, ulteriori chiarimenti sul piano di riorganizzazione, e verificare se c’erano le condizioni e le garanzie per arrivare a un ipotetico accordo, da farsi eventualmente anche in altra data.
E preciso che a quel tavolo ministeriale del 23/12/2009 era presente pure la FIOM-CGIL, quindi non poteva non sapere, cosi come era presente il suo Segr. Generale, Gianni Scaltriti, il quale confermò: “…giorno 4 gennaio a Thiene ci sarò anch’io”. E perché no?…era il benvenuto!!!
Ma di fatto il giorno 04/01/2010 al previsto incontro la FIOM-CGIL non si é presentata volutamente, cercando di persuaderci telefonicamente, fino a qualche minuto prima che iniziasse la vertenza, a non sederci al tavolo, perché per la FIOM-CGIL quello non era il tavolo istituzionale ufficiale nel quale discutere di un eventuale ipotetico accordo, ma bensì quelli del 11/01/2010 in sede regionale Emilia Romagna e quello del 14/01/2010 al ministero a Roma.
Ma chi decide qual è il tavolo giusto?…la sola FIOM-CGIL!…e su quali presupposti?…sui rapporti di forza sindacale!…ma questo vale a Rimini, a Thiene le cose stanno in maniera un po diversa, noi avevamo un tavolo, c’era l’azienda, volevamo conferme prima del date indicate dalla FIOM-CGIL.
Se c’è qualcuno che ha veramente commesso un errore di congettura, é stata la sola FIOM-CGIL, perché in ogni caso, che avesse sottoscritto o no quell’accordo sancito a Thiene, a quel tavolo doveva presiedere, per valutare e fare le proprie considerazioni, cogliendo eventuali aspetti positivi per il sito Stefani di Thiene, decidendo insieme a noi della FIM-CISL e UILM-UIL se vi erano o no, rimandando semmai agli altri tavoli previsti le decisioni finali, le condizioni sufficienti per fare un accordo.
Invece no, ha preferito non esserci, abbandonando l’ambito naturale che gli compete, cioè i tavoli trattanti, per poi farsi viva sui giornali denigrando le scelte altrui.
L’accordo sulla CIGS raggiunto a Thiene, obbiettivamente non é il massimo sperato, ma tenendo conto del clima di conflittualità creatosi tra noi OO.SS. e la SCM, e che il contenuto dell’accordo ricalcava in gran parte le condizioni convenute a settembre in sede ministeriale, in criteri, modalità, e numeri occupazionali coinvolti, per le quali avevamo già chiesto e ottenuto mandato dai lavoratori a chiudere l’accordo, di tutti i lavoratori SCM, compresi quelli di Rimini, e in più:
la retromarcia da parte della SCM sulla liberatoria che voleva sottoscritta da ogni lavoratore, con la quale rinunciava ad ogni azione legale, a fronte dei 110euro che riceveva dalla SCM come integrazione al reddito;
ottenuto garanzie scritte per la Stefani di permanenza industriale della SCM in Veneto che viene indicata come l’unico polo tecnologico per la produzione di macchinari per la bordatura;
e infine percorsi formativi e di riqualificazione professionale per tutti i lavoratori, compresi quelli posti in sospensione lavorativa a zero ore;
abbiamo convenuto, con o senza FIOM-CGIL, che vi erano tutte le premesse e giunto il momento per siglare un buon accordo, il quale ci permetterà d’ora in poi di gestire insieme l’azienda l’intero percorso di CIGS, perché finora, senza un accordo che ne ha limitato le proprie decisioni e scelte, ha fatto quello che a voluto, unilateralmente, tanto a Thiene, quanto a Rimini, che negli altri territori.
Un accordo era indispensabile, tanto all’azienda, quanto e sopratutto a noi OO.SS., perché come é stato ricordato dal funzionario del ministero del lavoronel tavolo del 23/12/2009, un accordo sindacale non é condizione obbligatoria perché l’azienda ottenga la concessione della CIGS, può essere autorizzata anche senza accordo fra le parti, e questo la FIOM-CGIL lo sa bene, e farebbe cosa onesta a rammentarlo anche ai lavoratori Riminesi.
A chi ci ha accusa di aver agito in modo connivente con la SCM, favorendo la logica dello spezzatino territoriale, come dichiarato dal Segr. Generale della CGIL di Rimini, Graziano Urbinati, guardando solo al nostro orticello in sfavore dei lavoratori di Rimini, faccio presente che territori come quello di Pesaro, con Morbidelli, e quello di Thiene, con Stefani, Busellato, e Sag, sono le vere vittime sacrificali di questo piano di riorganizzazione SCM, perché a Thiene e a Pesaro sono stati portati via reparti, produzioni, professionalità, chiuse aziende, e il tutto trasferito e in favore di Rimini, a noi il nostro orto è stato massacrato con perdite di posti di lavoro, per Rimini vale giusto il contrario, gli é stato dato e ciò produrrà nuova occupazione, e se solo vi fosse il buon senso di alcune OO.SS. Riminesi, più che preoccuparsi dell’orto altrui, si occupino del loro, che governato responsabilmente da orto può divenire un giardino occupazionale.
Quindi, in ultimo, a chi ci diffama e si glorifica a unico e vero rappresentante degli interessi dei lavoratori, come sta facendo la FIOM-CGIL di Rimini, pensando che un efficiente azione sindacale passi attraverso campi di battaglia dove le armi da utilizzare sono i proclami populisti e le barricate politiche, credo valga la pena ricordargli che dove c’è un accordo, che sia presupposto di buona tutela e nell’interesse dei lavoratori, c’è la presenza del sindacato, perché questo é il suo mestiere…a Thiene c’è, ora tocca a Rimini.












