Morte di Papa Francesco. La Cattedrale gremita per la preghiera


Le iniziative di preghiera della Diocesi di Rimini nel giorno della morte di Papa Francesco hanno portato tanti fedeli in Basilica Cattedrale. Alle 19 è stato recitato il Rosario seguito, alle 19.30, dalla Messa di Suffragio celebrata dal vescovo Anselmi (diretta su Icaro TV,canale 18) e Icaroplay e Radio Icaro.
Insieme al vescovo Anselmi c’erano il vescovo emerito Francesco Lambiasi e diversi sacerdoti e diaconi. Presenti anche diversi amministratori locali come i sindaci Sadegholvaad, Giorgetti e Ugolini.
Il vescovo Anselmi ha detto nell’omelia: “Lui mi ha scelto come vescovo. Ho avuto possibilità di incontrarlo tante volte e di ringraziarlo. Lo avevamo invitato a Rimini per festeggiare don Oreste che lui conosceva bene e mi aveva detto “vengo, vengo a Rimini”. Il papà è vivo è in cielo. Ci guarda”.
“Ci voleva proprio un papa che venisse dall’altro emisfero. Questo uomo a differenza di noi occidentali ha vissuto la drammaticità della disuguaglianza a Buenos Aires di cui è stato vescovo: baraccopoli e grattacieli. Lui ci era nato. La sua passione per i migranti e i poveri ci ha contagiato come nessun altro perché ci ha vissuto”.
“Il secondo motivo di gratitudine: lui ha visto la deforestazione della Amazzonia e le conseguenze che ha sui fragili un approccio dissennato alla natura. Lo vediamo anche noi con le alluvioni. La sua sensibilità su questi temi ci ha contagiato. Lui le ha viste queste cose: popoli che migrano perché la terra diventa deserta”.
“Questo stile di grande umanità ci ha colpito. Ha a che fare con il principio dell’incarnazione. Il desiderio di andare incontro a tutti, Dio incarnandosi è andato incontro a tutti tutti. Io questo valore in modo così preciso non lo avevo mai sentito”.
“Ancora la sua formazione gesuitica ci ha ridato passione per il discernimento per il valore della coscienza della profondità, della formazione interiore. Papa Francesco ce lo ha trasmesso”.
“Volevo anche ringraziare per come è rimasto abbagliato dalla violenza delle guerre ed ha battuto continuamente sulla pace. L’insistenza sulla missionarietà ha dato vigore a tutta la chiesa. Non siamo chiamati ad essere maggioranza, siamo chiamati ad essere missionari, lievito, non pasta. Ha ridato vita alla chiesa ma anche alla mia vita”.
“Vietato essere tristi e lamentosi”, ha detto il vescovo. “Ha messo mano anche a tanti temi morali. Ha tolto dalla chiesa il volto giudicante per ridare vigore ad una chiesa accogliente che mette al centro la persona e la coscienza. Ci sono stati scossoni ma è stato davvero coraggioso”.
“Prega per noi da lassù tu che tanto ci hai amato”, ha concluso il vescovo.