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venerdì 18 aprile 2025
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"Romeo Neri" sold out

Rimini, uno stadio e una città in festa per la vittoria della Coppa Italia di Serie C

di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 8 apr 2025 22:41 ~ ultimo agg. 9 apr 20:38
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L’appuntamento con la storia è scattato ben prima del fischio d’inizio del signor Mucera di Palermo. A scandire la lunga vigilia nei giorni precedenti la prima finale di Coppa Italia del Rimini, i video dei biancorossi che hanno scritto alcune delle pagine più belle di oltre un secolo a tinte biancorosse sui canali social del club: Alessandro Matri, Capucho Jeda, Igor Protti, Davide Zannoni, Gianluca Gaudenzi, Paolo Bravo, Luca D’Angelo, Adrian Ricchiuti hanno pigiato forte il pedale dell’acceleratore d’entusiasmo e chiamato a raccolta la piazza.

Che ha risposto presente come non accadeva da tempo, con 6.029 biglietti staccati, una marea biancorossa a oscurare i 177 scesi in riva all’Adriatico da Gorgonzola. Nei bar, nelle piazze, per le vie del centro e sul parco del mare da giorni il refrain era uno solo: “Ci vediamo martedì al Neri?” . E tutti a cercare il tagliando magico, l’amico per la spintarella giusta, perché funziona così: ci sono occasioni in cui “bisogna esserci”.

“Sai quanti anni sono che non vengo al Neri?” sussurra all’orecchio della fidanzata un ragazzo sotto la Centrale. È Rimini bellezza, prendere o lasciare…

SALE LA FEBBRE

Alle 19, all’apertura dei cancelli in Piazzale del Popolo c’è già la fila. E col passare dei minuti il torpedone diventa folla. All’ingresso, ad attendere i tifosi, 4000 bandierine biancorosse: una per ogni poltroncina delle Centrali, le altre in ogni posto delle Laterali, dei Distinti e dello spicchio di Curva Ovest in cui già alle 19.30 prendono posto centinaia di bimbi dei settori giovanili del territorio.

La gente fa capannello davanti al bar e inizia a scaldarsi a suon di birre medie. È cicaleccio. Pacche sulle spalle, sorrisi, gesti scaramantici e caccia al volto noto, Iniziano a sfilare pian piano quelli attesi: il presidente Aic e grande ex Umberto Calcagno, il presidente di Lega Matteo Marani e il vice Gianfranco Zola, Igor Protti, Adrian Ricchiuti col figlioletto… Poi entra in campo la politica, capitanata dal sindaco Jamil Sadegholvaad e dall’assessore allo Sport Michele Lari. All’arrivo di Stefania Di Salvo e della dirigenza dalla pista d’atletica l’atmosfera si fa elettrica e la grande empatia della presidente trova l’ennesima bella conferma: una parola per tutti, un abbraccio, una disponibilità da Serie A.

COME IN EUROPA

La Est intanto inizia a mostrare i muscoli, alle 19.45 è già quasi piena e borbottante come un vulcano pronto a esplodere. “La storia ricorda solo i vincitori… Tingiamo la Coppa coi nostri colori” si legge in un maxi striscione ai suoi piedi: l’antipasto alla maxi coreografia delle 20.23, quando diventa un’unica bandierona biancorossa con al centro il simbolo della Coppa Italia e ai lati la scritta Ultras Rimini.

Nei Distinti, nelle tribune e in curva ospite sventolano le migliaia di bandierine sul coro “Biancorossi alé”. Brividi. Che salgono ancor di più alle 20.25 all’ingresso in campo dei ventidue: la lunetta di centrocampo è infatti coperta da un gigantesco “tappetone” con il logo della Serie C sollevato e fatto sventolare da decine di ragazzini sul modello Champions League.

Francesco Mussoni intona l’Inno di Mameli e si accendono fumogeni ovunque. Ci siamo. Sugli spalti ovviamente non c’è partita e l’incitamento costante, pressante, roboante fa da contraltare a qualche sofferenza di troppo sul prato verde. Il primo tempo è quasi in apnea, ma quando a inizio ripresa un sinistro in corsa di Langella suona la carica esplodono i “Forza Rimini” d’ordinanza. È un altro Rimini e prima Cioffi fa gridare al gol, tutto lo stadio, poi la traversa dice no a Cinquegrano e strozza l’urla a 6000 voci. A tre giri di lancette dalla storia lo strozza il portiere ospite immolandosi su Cioffi che gli si para davanti in solitaria. La lavagnetta del recupero dice 5 minuti, i “Forza Rimini” si moltiplicano, si torna in apnea e riecheggiano i fantasmi di tante beffe passate. Questa notte no.

“Non ci prendono più” fa il verso al presidente Pertini sugli spalti del Bernabeu a Spagna 1982 un tifoso in tribuna, arriva il triplice fischio: è bolgia, è festa grande, è apoteosi, è storiaaaaa!!! E per il gran sipario ecco levarsi dagli spalti “Rimini vai!”, l’inno ideale di 113 anni di storia, mentre dagli amplificatori è la sanremese “Tutta l’Italia” a preparare il rito della premiazione a centrocampo.. Un’Italia questa sera tutta biancorossa.

Nicola Strazzacapa