Omicidio Paganelli, il giorno della verità per Dassilva


Dopo 8 mesi, Louis Dassilva potrebbe lasciare il carcere di Rimini, dove è detenuto dal 16 luglio scorso. Prima, però, verrà interrogato dal gip di Rimini, Vinicio Cantarini, colui che all’epoca aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pubblico ministero Daniele Paci. Il giudice sentirà ancora una volta Dassilva in merito a quanto accaduto la mattina del ritrovamento del cadavere della 78enne, anche alla luce delle nuove dichiarazioni rese dall’ex amante Manuela Bianchi.
Gli avvocati del senegalese, Riario Fabbri e Andrea Guidi, forti dei risultati favorevoli su Dna e Cam3, venerdì scorso hanno presentato una corposa istanza di scarcerazione argomentando e ribattendo su tutti gli elementi che costituiscono il quadro accusatorio. Alle prove scientifiche i legali hanno collegato anche quelle dichiarative per cercare di smontare, punto su punto, la tesi della Procura. “A nostro avviso – dicono Fabbri e Guidi – è venuto meno il quadro indiziario a carico del nostro assistito. Da qui la richiesta che venga rimesso in libertà senza alcun vincolo”.
La palla ora passa nella mani del gip, che nell’interrogatorio di domani chiederà a Dassilva se finora abbia raccontato tutto quello che sa, senza omissioni o menzogne. Se, come appare scontato, il senegalese ribadirà la sua estraneità all’omicidio, il giudice Cantarini valuterà se sussistano ancora le condizioni perché resti in carcere, tenendo conto che gli incidenti probatori effettuati finora non hanno collocato l’indagato sulla scena del crimine. L’eventuale scarcerazione di Dassilva, oltre ad essere un colpo durissimo per la Procura, aprirebbe inevitabilmente nuovi scenari.