Buscè: "Un pareggio ci sarebbe andato stretto, figuriamoci la sconfitta"


Le dichiarazioni al termine di Rimini-Gubbio 0-1 (leggi notizia).
Gaetano Fontana, allenatore dell’A.S. Gubbio 1910. Stesso punteggio dell’andata. “All’andata non c’ero, quella di oggi credo sia una vittoria che parte dalle sconfitte nelle partite giocate contro il Legnago e contro il Pontedera. Ho chiesto ai ragazzi di credere fortemente in quello che stavano facendo, anche se loro in quel momento si sentivano saturi di informazioni che stavano mettendo dentro in due mesi e mezzo di lavoro. La crescita passava attraverso quelle partite, passava attraverso quelle sconfitte. Le sconfitte bisognava avere il coraggio di guardarle in faccia e poi riuscire a trovare quello che serviva per superare quella fase di stallo, che non era di decrescita, non era una crisi, era solamente una fase di appannamento che ci stava dopo due mesi e mezzo di lavoro intenso con gli stessi giocatori. Oggi 8-9 undicesimi hanno fatto tre partite piene in sette giorni perché stiamo lavorando sempre con gli stessi, non abbiamo la possibilità di fare rotazioni. Dire che sono stra-innamorato di questi ragazzi già lo sanno perché glielo dico tutti i giorni, per quel che fanno e soprattutto per come lo fanno, al di là del risultato. Il risultato è ovviamente un premio allo sforzo che stanno facendo”.
Nel primo tempo avete sofferto e rischiato di subire gol in più di un’occasione. “Nel primo tempo non direi che abbiamo sofferto, abbiamo subito 2-3 occasioni dove il Rimini è andato vicino al gol, ha colpito due traverse, una diretta una con la parata del nostro portiere. Noi siamo andati molto vicini nella fase di finalizzazione, ma sbagliando la scelta diverse volte. E quelle sono occasioni, anche se non nitide. Diciamo che in quella fase siamo stati fortunati, anche se i pali fanno parte della porta. È successo anche a noi due giorni fa a Pesaro: un tiro di Spina che sembrava gol prende il palo interno ed esce. Oggi magari il palo è stato dalla nostra parte, per cui ce l’ha levato la partita scorsa e ce l’ha ridato oggi. Ma questo è un segno evidente di un messaggio emotivo che i ragazzi stanno mettendo dentro la partita perché se non sono centrati, se non sono legati, se non sono convinti e determinati nel fare certe cose, tante volte prendi gol. Oggi invece è andata bene così. Ci teniamo stretta questa vittoria che, ripeto, arriva al termine di una settimana veramente incredibile, dove abbiamo fatto allenamenti solamente in TV e attraverso chiacchierate perché non potevo neanche allenarli, perché avevo solamente quelli e quindi dovevo cercare di centellinare le risorse e badare più al recupero che al lavoro. Il recupero credo che sia stato l’allenamento principale per noi in questa settimana”.
Mancano 40 giorni e sei gare al termine della regular season, adesso inizia un altro campionato per il Gubbio? “No, è lo stesso di prima, perché ho detto sempre che questa squadra per me ha delle potenzialità che deve sapere esprimere nei momenti di difficoltà, come sta facendo adesso. Tra due giorni riprenderemo il nostro lavoro e prepareremo la prossima partita. Per me non mancano tutti questi giorni e tutte queste partite, ne manca una, la prossima, la più importante e determinante per capire quanto stiamo crescendo, perché queste partite ti danno entusiasmo, spinta, convinzione, ma ripeto: io credo che il lavoro più grosso sia stato fatto nelle due sconfitte maturate 4-5 partite fa”.
Antonio Buscè, allenatore del Rimini F.C. “Ci dispiace tanto, questo è quello che posso dire all’inizio di tutti i discorsi. Dispiace perché i ragazzi non meritavano la sconfitta, avrebbero meritato almeno un pareggio per quello che si è visto oggi in campo. Se poi si concede forse l’unico tiro nello specchio da parte del Gubbio, che è una squadra importante, con giocatori importanti: purtroppo un tiro in porta e un gol, 1-0. Queste situazioni a noi non capitano mai, bravi gli altri che lo fanno. Se vado a rivedere la partita c’è un grande rammarico, anche perché anche nel secondo tempo questa squadra ha creato situazioni importanti: siamo andati sugli esterni, siamo andati dentro, in tutti i modi, non so quanti angoli abbiamo battuto, vuol dire che questa squadra ha attaccato e ha cercato comunque di fare la partita. Poi l’episodio ci sta. Non è più un caso che ci succeda quasi sempre in casa: quando dico che è una problematica soprattutto di testa è quello, perché vedo i miei giocatori che fanno la partita, corrono, rincorrono, cercano di entrare in campo con la voglia di vincere, ma hanno questo blocco mentale, anche la frenesia. Purtroppo questa pesantezza di testa ti fa sbagliare anche le cose più semplici. Questo ce lo portiamo dietro dall’inizio dell’anno, però non buttiamo via quello che questa squadra ha fatto fino ad ora. Peccato! Oggi un pareggio ci sarebbe andato stretto, figuriamoci la sconfitta”.
Cos’è mancato oggi al Rimini? Come si riparte dopo tre sconfitte di fila in casa, sette al “Neri” dall’inizio della stagione? “Infatti è un trend molto negativo in casa, l’ho detto anche ieri in conferenza. C’è una negatività enorme, poi te la tiri addosso la negatività. Quando è entrato Simone Cinquegrano ci può stare che sbagli un controllo pronti via. Ho sentito frasi troppo toste e brutte nei confronti di Cinquegrano, e non va bene, non va bene. Ecco perché parlo di negatività. Perché ci succede sempre in casa e non fuori casa. E per me te la tiri addosso. Poi c’è chi ci crede e chi non ci crede. Io credo che siccome c’è tanta negatività spesso i giocatori vanno incontro a una pesantezza mentale dove non c’è questo trascinare i ragazzi nel momento di difficoltà: un passaggio indietro ci sta, due passaggi indietro ci stanno, non ci piace giocare alla “viva il parroco”, palla lunga e pedalare, non lo abbiamo mai fatto e credo che non lo faremmo fino alla fine, perché credo che se tu poi perdi giocando alla “viva il parroco” dopo la domenica successiva alla partita fai fatica a ripartire, perché non sai da dove iniziare e dove mettere le mani. Con le prestazioni ci puoi lavorare. Quindi io credo che oggi i ragazzi la prestazione l’abbiano fatta, abbiamo giocato tre giorni fa a Legnago una partita tosta, difficile, con un grande spreco di energie, mentali e fisiche. Ho cercato di girare un po’ qualche giocatore in qualche ruolo, si gioca dopo tre giorni e ci sta che sei meno brillante. Però questa squadra ha tenuto il campo, ha giocato, ha cercato di fare gol. Ecco quello che forse ci è mancato è il gol perché poi nelle tre occasioni nitide del primo tempo: deviazione e traversa, il portiere che si gira su Parigi, l’ha presa con il sedere, girato di schiena, e la palla va fuori. Però che questa squadra non abbia fatto una buona partita, che non abbia fatto la prestazione, non si può dire. C’è sicuramente da migliorare, ma riparti dal fatto che hai giocato contro una squadra importante, una squadra che è stata costruita per fare un altro tipo di campionato, e una squadra che è venuta qua, ha fatto un tiro in porta e ha fatto un gol. Bravi loro perché hanno sfruttato al meglio l’unica occasione lampante, meno bravi noi perché siamo stati un po’ frenetici, non voglio parlare di sfortuna perché poi diventa un alibi, allora dico meno bravi a non sfruttare quelle occasioni che ci sono capitate in maniera anche limpida”.
Giacomo Parigi, attaccante del Rimini F.C. “Sinceramente faccio anche un po’ fatica a commentare la partita di oggi perché io penso che in 11 anni di professionismo non mi era mai successo di prendere tre palli in una partita e due miracoli del portiere. Purtroppo ci sono anche queste partite, adesso dobbiamo guardare avanti: adesso abbiamo una partita importantissima sabato (il 22 il Rimini sarà di scena a Sassari, tana della Torres, ndr), ne abbiamo un’altra altrettanto importante martedì (il 25 marzo i biancorossi giocheranno la finale d’andata della Coppa Italia di Serie C a Gorgonzola, contro la Giana Erminio, ndr) e da dopodomani si inizia di nuovo a lavorare e si pensa alle prossime”.
Qual è l’occasione che le lascia più il rammarico per non essere riuscito a fare gol? “La parata: non ricordo bene neanche l’azione, ricordo la palla di “Mega” (Megelaitis, ndr) dietro e io ho calciato a botta sicura, ho visto il portiere a terra, però non so neanche dove l’abbia presa sinceramente, si è buttato un po’ “a caso” e l’ha presa. Quella perché nell’altra occasione ha fatto una gran parata sul tiro al volo, poi il palo non ricordo bene neanche cos’è successo, se fosse interno o meno. La prima è stata quella su cui forse avrei potuto fare qualcosa di più”.
Avvertite questa negatività di cui ha parlato mister Buscè quando giocate davanti al pubblico amico? “Sinceramente noi dal campo sentiamo poco quello che succede in tribuna e in gradinata. Non è la prima volta che ci capita che in casa facciamo più fatica rispetto alle partite in trasferta, questo è un dato di fatto: abbiamo vinto quattro partite in casa e ne abbiamo perse un bel po’, la maggior parte le abbiamo perse in casa. Sicuramente è un dato che vogliamo migliorare e che dobbiamo migliorare. Però, allo stesso tempo, io dico sempre: i punti che facciamo fuori valgono uguale a quelli che facciamo in casa, quindi se quest’anno va così non ci si può fare niente. Andiamo avanti, adesso pensiamo alle prossime e basta”.
Leonardo Vitali, portiere del Rimini F.C. “Sapevamo che sarebbe stata una partita molto difficile, così è stata, abbiamo avuto molte occasioni per poterci portare in vantaggio, alla fine si è risolta con un episodio, come succede in molto partite, a volte è successo anche a nostro favore. Purtroppo oggi è andata così, però ci dispiace. Io sinceramente sono molto sereno perché abbiamo fatto una grande prestazione e sono molto fiducioso per il proseguo del campionato”.
Una sconfitta pesante anche per la classifica perché il Gubbio ora si porta a -2 dal Rimini. “La classifica è stranissima per quanto ci riguarda quest’anno perché vinciamo rimaniamo là, perdiamo e siamo di nuovo là. Perciò conta e non conta, l’importante è che noi cerchiamo di racimolare più punti possibile da qui alla fine, poi alla fine della stagione vedremo dove siamo”.