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la sentenza

Accusato di aver estorto all'ex compagna 22mila euro per "pagare la tata", assolto 73enne

In foto: il tribunale di Rimini
il tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
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mar 11 mar 2025 19:32 ~ ultimo agg. 12 mar 11:43
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E’ stato costretto ad affrontare un processo per tentata estorsione nei confronti dell’ex compagna. L’imputato, infatti, un 73enne di Rimini, difeso dall’avvocatessa Giovanna Ollà, era accusato di avere estorto alla donna, una professionista riminese, dalla quale aveva avuto due figli, circa 22mila euro. In che modo? costringendola a sottoscrivere mensilmente ricevute per 600 euro recanti la causale “prestito”.
L’uomo, che ha sempre respinto ogni addebito, ha spiegato che all’epoca dei fatti, non essendo la coppia regolata da un provvedimento giudiziale che sarà successivamente richiesto dalla ex compagna, al fine di non stabilizzare l’importo di 600 euro che veniva corrisposto per garantire l’ausilio di una baby sitter, oltre a quello che versava per il mantenimento, avrebbe concordato con la madre dei suoi figli questa diversa causale. Prova ne era il fatto che l’imputato non aveva mai utilizzato alcuna delle ricevute per richiedere la restituzione delle somme.
Ovviamente contrastante la versione fornita dall’ex compagna, costituita parte civile nel giudizio attraverso l’avvocato Mario Manuzzi del Foro di Forlì Cesena, che ha invece dichiarato in querela e nel corso del processo di essere stata minacciata dal 73enne a versare quella cifra, pena il mancato versamento della somma mensile che per lei era indispensabile, altrimenti, senza l’aiuto di una baby sitter durante la giornata, non sarebbe riuscita a riprendere il proprio lavoro. “O così o niente denaro per la tata – le avrebbe detto l’uomo -, così ti arrangi”.
Minacce che non sono state provate nel corso del processo e che hanno portato il giudice a pronunciare sentenza di assoluzione piena (“perché il fatto non sussiste”) nei confronti del 73enne.