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Occasione di conoscenza

Opera Sant'Antonio apre il periodo giubilare con la Messa del Vescovo

In foto: Il Vescovo Niccolò con alcuni volontari dell'Opera
Il Vescovo Niccolò con alcuni volontari dell'Opera
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 8 mar 2025 10:24
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Opera Sant’Antonio per i poveri si prepara a celebrare il proprio Giubileo. L’associazione, nata il 13 gennaio 2001 per volontà di fra Lazzaro Corazzi, oggi distribuisce in media ogni anno 50.000 pasti, 1.500 pacchi alimentari e offre 1.300 docce. Domenica 9 marzo alle 12 il Vescovo Nicolò Anselmi celebrerà la Santa Messa nella chiesa di Santo Spirito a Rimini che inaugurerà proprio il periodo giubilare. “Varcando la porta” di Opera Sant’Antonio, all’interno del grande Giubileo 2025, ci sarà infatti la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria. Dopo la Messa, una breve processione condurrà proprio verso l’ingresso. “Non si tratta di un rito magico – spiega l’associazione – ma si vuol sottolineare che impegnandoci per aiutare le persone più in difficoltà si ha la possibilità di vivere nella gioia e nella fraternità, entrare a far parte del Regno di Dio e cancellare i nostri peccati“.
La porta per l’occasione verrà caratterizzata dall’artista cesenate Davide Medri e ci sarà poi la possibilità di visitare le strutture e il parco accompagnati dai volontari. A conclusione della mattinata si potrà vivere un momento fraterno con le persone assistite, condividendo insieme il pranzo della domenica. Tra gli obiettivi dell’associazione, in questo periodo giubilare, c’è anche quello di farsi conoscere meglio dalle tante persone e istituzioni che già collaborano ma anche da chi ancora non la conosce.


A cura dell’associazione Opera Sant’Antonio

Arco della letizia
Abbiamo voluto chiamare quest’opera ‘Arco della letizia’ per diverse ragioni significative.
Ci troviamo a poche centinaia di metri dall’Arco d’Augusto, un maestoso portale eretto oltre duemila anni fa per celebrare i restauri voluti da Augusto sulla via Emilia, la via Flaminia e le principali arterie dell’Impero. Oggi, con questo arco sicuramente più piccolo ma non meno importante, desideriamo onorare i numerosi volontari che, nei 25 anni di storia dell’Opera Sant’Antonio, hanno ‘restaurato’ la vita di molte persone bisognose.
L’arco, con i suoi riflessi cangianti, evoca l’immagine dell’arcobaleno, simbolo biblico della pace ritrovata tra Dio e l’umanità. Ogni atto di aiuto verso il prossimo rinnova quel patto di pace tra il Creatore e la sua creazione.
Il termine ‘letizia’ non è casuale. In questi spazi, ogni sera, si realizza una profezia di Isaia: un banchetto celeste dove persone di ogni provenienza condividono il cibo spirituale. All’Opera Sant’Antonio, ogni giorno, innumerevoli individui si nutrono del pane della Provvidenza.
La ‘vera letizia’ di San Francesco, infine, ci ricorda che la gioia, la felicità e la pace interiore, doni dall’Alto, sono alla portata di chi crede, anche nelle avversità.

Bio
Davide Medri è nato a Cesena il 7 agosto 1967 e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, all’Istituto Statale del Mosaico Gino Severini e alla Scuola Professionale del Mosaico Albevainer.
Dopo varie esperienze artistiche, nel 1997, con l’incontro con la galleria Dilmos, nascono i primi complementi di arredo in mosaici di specchio.
Il portfolio di oggi comprende, oltre agli specchi in mosaico di vetro, tavoli, tavolini, lampade da terra, lampade da parete e opere d’arte.
La manifattura è completamente artigianale realizzata tutta nel laboratorio a Cesena. Ogni singolo pezzo di vetro è tagliato e fissato a mano garantendo l’alta qualità dell’opera.
Le opere d’arte di Davide Medri hanno determinato il successo sia in termini di mercato, valutazione della stampa e riconoscimento da parte di architetti e interior designer in Italia e all’estero.

Dice di sé
Mi ha sempre affascinato utilizzare gli stessi attrezzi utilizzati dagli antichi romani. L’arte che si rinnova nella forma, ma rimane così antica nel metodo. Per me mosaico è materia: si prepara la malta, si taglia e si incolla la tessera di marmo. La luce per me è energia, è come se rappresentasse l’anima. Per questo oggi ho sostituito lo specchio al marmo, perché in ogni tassello la luce si riflette, si sparge nell’ambiente. Se guardi le tessere direttamente, vedi parte dei tuoi occhi, riconosci la pupilla; lo specchio dell’anima umana che incontra la luce, l’elemento di Dio. Combino mosaico, luce e scultura, le mie creazioni giocano come confine labile tra arte e design. Mi piace immaginare i miei lavori come installazioni ambientali. La luce cambia, si muove così come sul riflesso, sulle pareti e su tutto quello che circonda l’opera.