Stato d'agitazione per i farmacisti delle comunali di Riccione
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Mancano i farmacisti e il carico di lavoro sui dipendenti è diventato insostenibile. Filcams CGIL Rimini e Fisascat CISL Romagna, unitamente alle rappresentanze sindacali aziendali, hanno
formalmente aperto lo stato di agitazione nei confronti di Farmacie Comunali di Riccione. La decisione è maturata dopo gli incontri del 17 dicembre 2024 e del 31 gennaio 2025 a detta dei sindacati “infruttuosi“, e “per le decisioni unilaterali prese dall’azienda quando la trattativa era ancora in corso“. E’ è stato proclamato lo stato di agitazione con un primo pacchetto di 8 ore di sciopero, che sarà proclamato nelle prossime settimane e nel rispetto della Legge.
“La situazione lavorativa all’interno delle farmacie – lamentano i sindacati – è diventata difficile a causa di una serie di criticità emerse nell’organizzazione del lavoro e nella gestione del personale. Farmacie Comunali di Riccione S.p.A., che impiega mediamente 50 dipendenti, affronta difficoltà nel reperimento di nuovo personale; un problema che si riflette sull’intera gestione aziendale dal momento che secondo le stime sindacali c’è una carenza di circa il 10% di farmacisti“.
“Negli ultimi anni il ruolo dei farmacisti – già professionisti sanitari – è diventato assimilabile a quello degli operatori sanitari, con le farmacie che si trasformano in vere e proprie strutture sanitarie, erogando servizi fondamentali per la salute pubblica. Tuttavia, nonostante questa crescente responsabilità, l’occupazione nel settore soffre di uno scarso appeal, dovuto in parte all’incertezza legata al rinnovo del CCNL e all’inadeguatezza delle retribuzioni rispetto ai crescenti carichi di lavoro e alla complessità delle turnistiche”.
Le richieste riguardano la programmazione e gestione di ferie, permessi e turnistica con particolare attenzione al periodo estivo; adeguati riconoscimenti economici per i turni gravosi e i servizi convenzionati con AUSL; formazione; un maggiore impegno nel programmare nuove assunzioni ed una più equa distribuzione delle mansioni tra direttori, farmacisti e commessi.
“L’azienda – nonostante non abbia alcun problema economico finanziario – ha mostrato scarsa disponibilità a discutere tali temi. Questo atteggiamento, unito alla persistente carenza
di personale, ha generato frustrazione e malcontento, anche in considerazione del fatto che l’azienda ha rifiutato di prendere in considerazione richieste economiche per compensare l’aumento dei carichi di lavoro. Fatto ancora più grave è stata la decisione unilaterale dall’azienda, durante il corso della trattativa, di gestire autonomamente la programmazione e la gestione delle ferie senza informare le Organizzazione Sindacali e i lavoratori e di fare pesanti passi indietro sulle aperture precedentemente avanzate nel tavolo di confronto”.