Mesotelioma maligno: in provincia nuovi casi di tumori da amianto
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Sono stati pubblicati i dati aggiornati al 31/12/2024 del rapporto “IL MESOTELIOMA MALIGNO IN EMILIA-ROMAGNA” a cura di A. Romanelli, C. Storchi, L. Mangone
Il mesotelioma maligno (MM) è un tumore raro ma che ha una certa correlazione con l’esposizione professionale o ambientale con le fibre di amianto. Nonostante l’amianto in Italia sia stato messo al bando nell’aprile 1994, il lungo tempo di latenza tra l’esposizione e l’insorgere del MM, determina ancora l’insorgenza della malattia tra la popolazione. In Emilia-Romagna la sorveglianza epidemiologica, sancita dalla Regione dal 1995, è attuata anche attraverso il ReM: Registro Mesoteliomi.
L’insorgenza dei sintomi di MM, avendo una latenza di 35-40 anni, appare in genere dopo aver cessato l’attività lavorativa. Per quanto riguarda la provincia di Rimini, pur avendo il più basso tasso d’incidenza in regione (1,45 medio su 100.000 abitanti, incidenza che sale a 2,3 per gli uomini) dal 1996 sono stati diagnosticati 165 casi di MM (erano 161 al 30/6/2024), 97 dei quali di origine professionale; la CGIL evidenzia che anche l’esposizione ambientale o familiare (10 casi) potrebbe comunque essere legata al lavoro di un familiare, o alla presenza di materiale contenente amianto vicino all’abitazione (ad esempio coperture in Eternit). Le fibre di amianto, infatti, una volta disperse (su abiti o nell’aria) possono essere inalate con conseguenze diagnosticabili a distanza di decenni. Sono da evidenziare anche 1 caso di MM da esposizione ambientale e 46 casi ignoti, da definire o non classificabili.
Per quanto riguarda i settori a più alto rischio – anche legati ad ambiti professionali cessati da anni – il 14% dei casi di MM riguarda lavoratori dell’edilizia/costruzioni, il 9,9% quelli delle manutenzioni ferroviarie, l’8,9% i metalmeccanici e l’8,1% chi lavora nell’industria alimentare.
All’interno della Camera del Lavoro CGIL è possibile avere informazioni e fare segnalazioni in relazione all’esposizione o alla presenza di amianto sul territorio: basta contattare lo Sportello AFeVA (associazione familiari e vittime amianto), al 0541779912 oppure scrivere a rimini.afeva@er.cgil.it .
Per gli ex esposti all’amianto è inoltre attivo gratuitamente l’Ambulatorio Amianto di Rimini dell’Azienda AUSL Romagna, dove si può attivare uno specifico protocollo di sorveglianza sanitaria. Per accedere a questo servizio, senza prescrizione medica, è necessario l’invio di un modulo scritto che è scaricabile dal sito https://www.auslromagna.it/ o disponibile allo Sportello AFeVA di Rimini.
Il ruolo delle amministrazioni locali, infine, come previsto dalle linee guida del “Piano regionale amianto”, sarebbe centrale nella definizione di una strategia per la mappatura completa dell’amianto ancora presente in provincia di Rimini. Il “Piano regionale amianto” non è stato infatti ancora integralmente attuato in provincia di Rimini.
L’INAIL ha stanziato 600 milioni di euro per il bando ISI 2024, destinato a finanziare progetti che migliorano la sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione a micro, piccole e medie imprese. Tra questi fondi, 150 milioni di euro sono riservati alla bonifica dell’amianto, con un aumento di 50 milioni rispetto all’anno scorso. Le imprese, incluse quelle individuali e sociali, potranno accedere a questi finanziamenti per rimuovere materiali contenenti amianto dai luoghi di lavoro. L’Emilia-Romagna riceverà oltre 18 milioni di euro, un forte incremento rispetto ai 7,88 milioni dell’anno precedente. Questo aumento è dovuto non solo all’incremento complessivo dei fondi, ma anche a nuovi criteri di distribuzione che tengono conto della diffusione delle malattie legate all’amianto.