gli squilibri immobiliari
Affitti brevi. A Rimini il numero di alloggi quasi raddoppiato sul 2019
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di Redazione
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gio 6 feb 2025 17:52 ~ ultimo agg. 17:59
Come nelle principali città turistiche, sia in Italia che in Europa, anche a Rimini quello degli affitti brevi è un fenomeno si sta sviluppando con una crescita significativa. Dal report fornito dall’ufficio Tributi risulta infatti che al 31 dicembre 2024 sono complessivamente 1507 (di cui 1503 gestiti in forma non imprenditoriale) gli appartamenti destinati a questo tipo di offerta registrati per l’imposta di soggiorno. Il 91,5% in più rispetto al periodo pre Covid del 2019.
Dato che evidenzia come questa tipologia di offerta sia sempre più ricercata dai turisti. Secondo i numeri di Confedilizia basati su dati del Ministero del Turismo, ad agosto il tasso di utilizzo degli alloggi prenotabili tramite piattaforme online in Italia è stato del 42,3%, mentre quello degli hotel del 38,7%.
Un fenomeno, noto anche come ‘effetto Airbnb’, che sulle città sta avendo un impatto significativo sotto diversi aspetti. Da un lato, alimenta l’overtourism in quelle realtà già in difficoltà; dall’altro, crea evidenti squilibri nel mercato immobiliare. La carenza di alloggi destinati alla locazione a lungo termine, ritenuta dai proprietari meno conveniente e a maggior rischio di morosità, rende sempre più difficile per famiglie, lavoratori e studenti universitari trovare alloggi a prezzi accessibili.
Un fenomeno che in qualche modo è collegato anche al numero di alloggi a disposizione, che al 31 dicembre scorso risultano essere 12.600, rispetto al totale di 81.400 presenti sul territorio del Comune di Rimini (7.500 sono quelle a canone concordato, 5.900 quelle a canone libero e 9.400 le abitazioni non a disposizione).
“È necessario trovare modalità per integrare adeguatamente l’offerta turistica – dichiara Juri Magrini, assessore alle attività economiche – rispondendo alle nuove esigenze dei turisti, evitando concorrenza sleale e garantendo un’integrazione armoniosa nel tessuto urbano. Soluzioni che adesso sono al centro del dibattito anche in molte altre città turistiche e che con la nuova legge entrata in vigore inizia a regolamentare un ambito turistico in espansione. A partire dal 1° gennaio, infatti, è scaduto il periodo transitorio per l’applicazione delle sanzioni nei confronti di chi non espone il CIN (Codice Identificativo Nazionale) rilasciato dal Ministero del Turismo a tutte le tipologie ricettive (strutture e appartamenti turistici) in regola con gli adempimenti previsti dalla Regione in materia di turismo. Una misura già testata a livello regionale che permetterà di identificare in modo univoco ogni struttura ricettiva. L’obiettivo è garantire maggiore trasparenza, combattere l’evasione fiscale e tutelare i consumatori in un settore in continua crescita”.
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