Manca ricambio generazionale
Personale specializzato. Ortalli (Cna): per le aziende trovarlo è un'impresa
In foto: Foto di Mesut Ylcn (pexels)
di Andrea Polazzi
lettura: 3 minuti
ven 17 gen 2025 11:45
Le aziende del territorio riminese hanno sempre più difficoltà a trovare profili qualificati. La conferma arriva da CNA che, attraverso il suo servizio paghe, dispone di un osservatorio accreditato in ragione degli oltre 3mila cedolini elaborati ogni mese. Attrezzisti, operai e artigiani del legno registrano una irreperibilità del 93% e nel settore dell’edilizia il 73% delle richieste di operai specializzati in finiture cade a vuoto in base ai dati forniti dalla Camera di commercio della Romagna.
Nel dettaglio, dagli uffici di CNA emerge come le aziende di impiantistica elettrica, metalmeccaniche e artigianato lamentino difficoltà di reperimento di profili sia con esperienza che senza ma con almeno con pregressa preparazione scolastica legata al settore. “I lavoratori, soprattutto quelli qualificati, sono sempre più difficili da reperire per le nostre aziende – conferma Davide Ortalli direttore CNA Rimini – spesso anche dopo aver trovato i profili idonei, le imprese evidenziano la difficoltà nel trattenere queste competenze. I giovani lavoratori hanno profondamente modificato la percezione occupazionale e sono meno orientati ad un lavoro manuale ed impegnativo. Questo fenomeno rende problematico il ricambio generazionale dei lavoratori dell’impresa e il trasferimento delle competenze dalle figure senior a quelle junior, rischiando di dissipare le tecniche manuali alla base del “saper fare” che connota il made in Italy”.
Uno scenario che trova conferma sul campo. “Noi siamo in grandissima difficoltà perché alla fine vendiamo manodopera nel settore metalmeccanica-carpenteria – racconta Giacomo Drudi della CMD di Villa Verucchio azienda da tanti anni associata e con i servi in CNA – Il lavoro non è pesante come una volta perché oggi al massimo si sollevano 10 chili ma il personale è difficile da trovare, quello qualificato quasi impossibile perché non si lavora con i guanti bianchi ed in pochi scelgono questa strada per crescere professionalmente. L’italiano più giovane da me in azienda, su oltre 25 addetti, ha 42 anni e questo la dice lunga sull’orientamento dei nostri giovani. Formare gli stranieri non è semplice per una difficoltà di lingua ma lo facciamo anche con il rischio che poi ci lascino per scelte di vita diverse. Eppure, un operaio nel settore della carpenteria-metalmeccanica porta a casa in busta dalle 1700 euro che crescono con le competenze acquisite, i profili più qualificati arrivano a 3mila euro di stipendio. La difficoltà di reperire personale, nel mio caso, non è un problema economico ma di cultura del lavoro e questo problema mi ha portato anche a rinunciare a delle commesse di lavoro”.
Spostandosi più a sud nella provincia la musica è la stessa. “Non si trovano montatori di cucine e arredi, siamo in continua ricerca di questi profili – sottolinea Claudio Zavatta Expo 2000 di Coriano altre realtà consolidata sul territorio e nel mondo CNA – poi spesso i pochi che si formano si mettono in proprio. Spaventa fondamentalmente la fatica fisica, eppure è solo marginale nella professione perché quello che conta ed occupa tempo è la capacità di montaggio ed assemblaggio di cucine e arredamenti in legno. Un profilo da apprendista comincia con una retribuzione di 1400 mensili ma non è semplice neppure trovare figure come queste, in Veneto i miei colleghi lamentano una situazione simile che in generale si è acuita dopo il covid. Purtroppo manca cultura del lavoro”
Soluzioni? “In CNA riusciamo spesso a far incrociare con successo domanda ed offerta attraverso il servizio di ricerca e selezione proposto dagli uffici di CNA Formazione Emilia-Romagna ma serve fare di più – conclude il direttore di CNA Davide Ortalli – diventa sempre più importante puntare sulla collaborazione con le scuole, soprattutto quelle ad indirizzo tecnico e professionale. Alla maggior parte dei profili necessari alle piccole imprese è richiesto un titolo secondario tecnico, come qualifiche, diplomi e certificati professionalizzanti e per colmare il gap tra domanda ed offerta di lavoro è decisivo rafforzare la trasmissione della “cultura del lavoro”, per preparare i ragazzi ad affrontare un mondo in continua evoluzione”.
Altre notizie
un modello da ripensare
Turismo a un bivio. CGIL e Filcams rilanciano le sfide e opportunità per il futuro
di Maurizio Ceccarini
di Lamberto Abbati
imposta la bonifica
Rischio amianto nella struttura in fiamme: l'invito a tenere le finestre chiuse in zona
di Redazione
denunciata
Finge che il figlio sia all'interno per farsi aprire la porta di casa dai vigili del fuoco
di Redazione
in occasione del compleanno
Al Palazzo del Fulgor in mostra i disegni di Fellini nella collezione Donati
di Redazione
FOTO
squadra di Polizia locale
Sigep. Misure speciali per la viabilità al passaggio a livello di Rivabella
di Lucia Renati