per ripartire dopo la paura
Reddito di libertà per le donne vittime di violenza. In provincia sono 17
In foto: repertorio
di Redazione
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gio 16 gen 2025 12:07 ~ ultimo agg. 13:18
Sono state diciassette le donne vittime di violenza ad aver usufruito del reddito di libertà in provincia di Rimini. I numeri, messi nero su bianco dal report 2024 dell’osservatorio regionale sulla violenza di genere, fanno riferimento all’anno precedente, e riguardano sia quelli finanziati da risorse statali che quelli avviati grazie al sostegno specifico della Regione Emilia-Romagna. Sono inoltre state stanziate ulteriori risorse per la realizzazione di interventi e l’organizzazione dei servizi offerti dai Centri Antiviolenza e dalle Case Rifugio distrettuali e dei connessi servizi di accoglienza e di ospitalità per donne che hanno subito violenza. In provincia di Rimini sono presenti 8 case rifugio, 3 centri antiviolenza e 2 strutture per uomini maltrattanti. Arrivati a 37 i posti letto per ospitare donne vittime e minori.
*Cos’è il Reddito di libertà e a chi è rivolto*
Il Reddito di Libertà è un assegno mensile di cui possono usufruire le donne vittime di violenza seguite da un Centro antiviolenza ufficialmente riconosciuto e in condizioni di bisogno economico. Cumulabile con altre misure di sostegno, il Reddito di libertà può essere utilizzato anche per l’istruzione e la formazione dei figli.
“ La strada verso l’indipendenza individuale – è il commento della vicesindaca con delega alle politiche di genere del Comune di Rimini, Chiara Bellini – inizia anche dall’emancipazione economica. Il reddito di libertà è destinato alle donne vittime di violenza che scelgono di intraprendere un percorso di autonomia, è un assegno mensile per aiutarle a sostenere spese necessarie, come quelle legate all’affitto o al mantenimento dei figli, oppure a fare formazione professionale. Per iniziare, insomma, una nuova vita. In questa direzione vanno anche gli investimenti dedicati ai Centri antiviolenza di Rimini e distrettuali – gestiti dall’Associazione “Rompi il silenzio” – con i quali, in un’ottica di collaborazione territoriale, stiamo lavorando per potenziare le reti, i servizi e gli strumenti di supporto alle donne. Stiamo inoltre lavorando per potenziare l’inserimento professionale di donne vittime di violenza, ma non solo, all’interno dei bandi per l’assegnazione di servizi pubblici, con alcune importanti novità in vista. L’obbiettivo è che tutte le donne che intraprendono un percorso di autonomia possano trovare, lungo il loro cammino, riferimenti importanti come lo sono i Centri antiviolenza, ma anche la “Casa delle donne” e gli altri servizi e sportelli dedicati nei nostri Comuni”.
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