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il racconto sofferto in aula

Violenza di gruppo, la 16enne conferma le accuse

In foto: repertorio (foto Pexels)
repertorio (foto Pexels)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 1 minuto
lun 13 gen 2025 17:51 ~ ultimo agg. 14 gen 14:36
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E’ stato un racconto sofferto, a voce bassa, intervallato da momenti di forte emozione, quello che la 16enne del Riminese ha fatto questo mattina in audizione protetta davanti al gip del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli e al perito del giudice, la psicologa Monia Vagni, che ha confermato la capacità di testimoniare della minore. La ragazzina, che si prostituiva sfruttando i social, ha confermato le accuse nei confronti dei due giovani, un neo 18enne della provincia di Pesaro e Urbino e un minorenne di 17 anni della provincia di Rimini, che lo scorso agosto, di sera, hanno abusato di lei a turno in un campo. La 16enne aveva concordato con i due giovani l’incontro, ma una volta arrivata a destinazione aveva cambiato idea. Nonostante il ripensamento, però, avrebbe accettato di fumare insieme a loro una o due canne. Subito dopo la vittima si era sentita male: “Ero fuori di me”, ha spiegato al gip. Ed è allora che i due giovani avrebbero approfittato della sua condizione di stordimento per abusarne, come ha poi confermato anche la visita ginecologica alla quale era stata sottoposta in ospedale.

La 16enne (assistita dall’avvocatessa Veronica Magnani del foro di Rimini) in un paio di occasioni è stata costretta a fermarsi per prendere fiato. All’improvviso ha alzato la voce all’indirizzo della giudice, prima di essere riportata alla calma. L’accusa nei confronti dei due indagati, formulata dal sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani e dalla collega della Procura del tribunale minorile di Bologna, Caterina Sallusti, è di violenza sessuale di gruppo pluriaggravata. Entrambi si trovano agli arresti dal 14 novembre scorso: il maggiorenne (difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù del foro di Rimini) nel carcere di Pesaro, mentre il minorenne (difeso dall’avvocato Alberto Poli del foro di Treviso) nell’istituto minorile di Bologna. I loro legali hanno chiesto i domiciliari.