In viaggio con i Magi. Afifa, 18 anni: non temere la sete del cuore
A scriverci è Afifa, una ragazza di 18 anni cresciuta nella comunità educativa “Il Segno“. Afifa, su invito di un’amica nel giorno dell’Epifania ha partecipato all’evento “In viaggio con i Re Magi”. Era tra il pubblico che seguiva il corteo, osservando, guardando. A distanza di qualche giorno vuole condividere con i lettori di Newsrimini una riflessione che riguarda la sua vita e la vita di tanti. Tutto ruota intorno ad una frase che dal 6 gennaio le risuona: “non temere la sete del cuore“.
Mi chiamo Afifa Younas e ho 18 anni. Sono cresciuta in una comunità educativa chiamata “Il Segno”. Mi ha accolta e mi ha donato il coraggio di riscoprire me stessa. Mi ha insegnato a guardare dentro e riconoscere un dono che a volte sfugge a molti, quello della scrittura. Gli educatori de “Il Segno” ci hanno creduto ancor prima che io potessi capire chi fossi davvero, e la loro fiducia è stata una luce nelle mie ombre. La scrittura è fondamentale per me: mi aiuta a capire meglio i miei pensieri e a dare voce a quelli che non riesco a dire ad alta voce, a dare colore a certe esperienze che altrimenti sarebbero grigie e taciute. La mia ultima sfida è stata scrivere un articolo ispirato da un evento struggente: IN VIAGGIO CON I RE MAGI. Questa esperienza mi ha fatto tenerezza e mi ha portato a pensare a cos’è un vero amore, quello che dona e resta con il donatore e non chiede mai nulla in cambio. Dal “Il Segno” ho imparato che nessuno di noi è davvero solo e che il proprio vuoto solo qualcuno può riempirlo: l’amore. Oggi, grazie a tutto quello che ho imparato e ricevuto, desidero condividere la mia esperienza e il mio viaggio con chi, come me, cerca qualcuno che voglia e possa trasformarlo con l’amore.
Ecco l’articolo di Afifa
Anche io ero presente a Rimini tra le centinaia di persone che hanno partecipato all’evento del 6 gennaio IN VIAGGIO CON I RE MAGI, evento che mi ha toccato profondamente, dove ogni dettaglio trasmetteva una sensazione di sacralità e silenzio, immergendoci nella scena della Natività. Riflettendo sul viaggio dei Re Magi, che seguivano la stella verso la grotta, una frase pronunciata durante l’evento ha continuato a risuonarmi dentro: “Non temere la sete del cuore”. Questa frase, che in quel momento sembrava quasi una preghiera, mi ha portato a riflettere su quanto spesso cerchiamo di ignorare o fuggire il nostro bisogno profondo di senso e amore. Non c’erano mappe, solo quella stella, con una luce tenue ma costante, che li spingeva ad andare avanti nonostante le difficoltà e le incertezze del cammino. Questo viaggio ha permesso loro di compiere soprattutto un percorso interiore. Come loro, anche noi cerchiamo quella luce che illumina i momenti più bui della nostra vita. Mi sono trovata a pensare a quanto il nostro cuore, spesso assetato, possa essere una forza che ci spinge a cercare continuamente qualcosa che ci completi. La sete del cuore non è una debolezza, ma una forza che ci invita a proseguire, a cercare risposte, anche quando tutto sembra vuoto. Ho sentito quella frase come un invito a non temere questa sete, ma ad abbracciarla, a viverla fino in fondo, senza paura di ciò che può sembrare una mancanza. Perché, in fondo, è proprio nella consapevolezza di quella sete che nascono la speranza e la forza di andare avanti. Osservando i Magi, mi è venuto in mente quanto quel viaggio rifletta la nostra vita. Non ci sono percorsi facili, non ci sono risposte immediate, ma solo la forza di camminare e perseverare nonostante le incertezze. In un mondo che ci spinge a inseguire felicità superficiali, la vera gioia nasce da questo cammino, che può sembrare faticoso e difficile, ma che ci porta a una comprensione profonda di noi stessi e del mondo che ci circonda. Quella frase, “Non temere la sete del cuore,” è diventata per me un invito a non nascondere più il mio bisogno di amore e connessione. Non dobbiamo fuggire dalla nostra sete, ma affrontarla con coraggio, sapendo che proprio in essa risiede la possibilità di rinascita. Come i Magi, siamo chiamati a seguire quella luce, anche quando sembra fioca, anche quando non sappiamo dove ci porterà. Alla fine del cammino non troveremo trofei o ricchezze materiali, ma qualcosa di molto più prezioso: la consapevolezza di non essere mai soli. Troveremo mani tese, persone pronte ad accoglierci senza paura di lasciarci andare, e scopriremo che il vuoto che sentiamo dentro può essere colmato solo dall’amore, quello vero, che non si compra né si vende, ma che si offre gratuitamente. In quel momento, quando troveremo il nostro posto, capiremo che la risposta alla sete del cuore era sempre dentro di noi. Non dobbiamo essere perfetti, dobbiamo solo essere veri, affrontare la nostra sete e camminare con coraggio, proprio come quei tre uomini che seguirono la stella, senza mai arrendersi. Scrivere queste parole è facile, ma viverle è tutt’altra storia. Eppure, forse, è proprio per questo che le ho scritte: per ricordarmi chi voglio essere, anche quando non riesco a vedermi. Che queste parole diventino il mio promemoria, per non dimenticare mai che è nella sete del cuore che risiede la vita.
Afifa Younas