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dopo 7 mesi di restauro

Torna alla città il tempietto di Sant'Antonio grazie all'imprenditore Mariotti

In foto: Tempietto Sant Antonio piazza III Martiri Rimini. ©Riccardo Gallini /GRPhoto
Tempietto Sant Antonio piazza III Martiri Rimini. ©Riccardo Gallini /GRPhoto
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 17 dic 2024 16:13 ~ ultimo agg. 18 dic 16:24
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Il Tempietto di Sant’Antonio da Padova, in piazza Tre martiri a Rimini, è stato riconsegnato alla città dopo un’opera di restauro resa possibile grazie all’imprenditore Bonfiglio Mariotti che ha usufruito dell’art bonus. Questa mattina la benedizione del Vescovo Anselmi.

Dopo sette mesi di un importante intervento di restauro, torna a splendere il Tempietto di Sant’Antonio da Padova, gioiello cinquecentesco che da secoli impreziosisce piazza Tre Martiri. Il restauro condotto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio è stato reso possibile dalla collaborazione tra il Comune di Rimini e l’imprenditore riminese Bonfiglio Mariotti, che ha scelto di sostenere la valorizzazione dell’antica celletta.
Il Tempietto è stato riconsegnato e benedetto dal Vescovo Anselmi questa mattina, alla presenza del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, di Bonfiglio Mariotti, dei rappresentanti dell’architetto Alessandra Del Nista in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, oltre al team della ditta specializzata ETRA che ha curato l’intervento, coordinato dall’ufficio tecnico del Comune di Rimini con l’ing. Chiara Fravisini.

Cenni storici
Risalente alla prima metà del Cinquecento, il Tempietto di Sant’Antonio ha subìto nel corso dei secoli vari interventi di manutenzione, ristrutturazione e restauro in seguito a degradi dovuti al tempo ed in seguito ad eventi naturali.
Luigi Tonini documenta che il tempietto fu iniziato nel 1518, eretto a ricordo del miracolo della mula, che la leggenda vuole operato dal Santo di Padova intorno al 1227, e ultimato probabilmente nel 1532. Nel 1672 a seguito del terremoto che colpì la città il tempietto crollò, rimanendo integra solo una limitata porzione della parete posteriore. Ricostruito utilizzando gran parte del materiale recuperato dal crollo, a partire dal 1678 comincia la completa ricostruzione con l’impiego di nuovi e pregiati marmi di pietra bianca d’Istria.
Al suo interno, sotto l’altare, è conservata la colonna con capitello romanico, conosciuta come colonna del miracolo, sulla quale secondo la storia salì Sant’Antonio per effettuare il miracolo della mula all’ostia consacrata.
Danneggiato con il terremoto del 1916, fu in seguito sottoposto ad altri interventi nel corso del Novecento: negli anni Venti in seguito ai danneggiamenti e crolli parziali subiti a seguito al terremoto del 1916, negli anni Cinquanta con alcuni lavori di restauro portati a termine dal genio civile e infine negli anni Ottanta, per il consolidamento della cupola.

Intervento di restauro
Nella fase preliminare propedeutica alla progettazione dell’intervento di restauro, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, sono stati affidati alla ditta AdArte le operazioni necessarie per avere un quadro preciso dello stato di fatto del tempietto: il rilievo fotografico e grafico con la realizzazione di un modello 3D, le indagini effettuate con la termo camera, i saggi stratigrafici su volta, intonaci, cornicione, portone ed infissi in legno.
Si è dunque deciso di intervenire con restauro complessivo del Tempietto, per un investimento di 200.000 euro, finanziati dall’imprenditore Bonfiglio Mariotti attraverso il contributo Art Bonus.
La consegna del cantiere è avvenuta nel maggio 2024, per completarsi pochi giorni fa, nei tempi previsti in fase di progettazione. L’intervento è stato affidato alla ditta ETRA di Michele Pagani e Rocchi Maria Lucia specializzata in restauro di beni storici e tutelati che ha realizzato i lavori con la collaborazione di Davide Tormen, dipendente della ditta ETRA e delle restauratrici Simona Versiglia e Bianca Trombi.
I lavori, condotti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, hanno interessato sia la parte esterna, sia la parte interna, oltre alle parti impiantistiche. L’esterno è stato restaurato grazie ad un consolidamento e una pulitura complessiva della Pietra d’Istria e della pietra di San Marino; la copertura è stata revisionata e restaurata così come gli infissi, i fregi e le parti metalliche. Internamente sono state oggetto di intervento la colonna in materiale lapideo, la volta intonacata, gli affreschi interni, la scultura lignea e gli impianti presenti. E’ stata realizzata una nuova illuminazione interna con faretti a basso consumo e una illuminazione esterna di valorizzazione.
Il progetto di restauro è stato seguito dall’ufficio tecnico del Comune di Rimini (responsabile unico ing. Chiara Fravisini) con gli architetti Marco Raggioli, Cecilia Pruccoli, Valentina Maggioli e i geometri Fabio Canducci e Cristiano Vitali.

 

Le dichiarazioni:

“Credo sia un dovere per chi può e chi ne ha le capacità sostenere l’amministrazione comunale o qualsiasi altro ente pubblico quando emerge la necessità di restituire alla piena fruibilità e bellezza un bene pubblico, un monumento, in questo caso questo un tempietto a cui personalmente sono molto legato – sottolinea Bonfiglio Mariotti – In questa piazza, ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, e siccome sono convinto che niente capiti per caso, mi è sembrato giusto sostenere l’amministrazione in questa opera di restauro. Credo, anzi sono convinto, che operazioni come queste possano essere da esempio ad altri imprenditori che lavorano sul territorio: chi crede nella città, può restituire qualcosa alla comunità”.

“In questo clima ormai di festa oggi ci facciamo un regalo – ha sottolineato il sindaco Jamil Sadegholvaad – ritrovando un tempietto che è parte della vita di tutti i riminesi, compagno di ogni passeggiata in centro da tempo immemorabile. Un luogo del cuore e dell’anima, che oggi possiamo riscoprire grazie ad un restauro realizzato con altissima competenza tecnica e professionale dei nostri uffici coordinati dall’ing. Chiara Fravisini, dai restauratori, in stretto raccordo con la Soprintendenza, un gruppo di persone che ringrazio per la passione e la professionalità. Così come ringrazio la generosità e il grande cuore di Bonfiglio Mariotti. Lo dico, lo ridico e tornerò a dirlo: vorrei che il suo esempio fosse imitato da chi, avendone la possibilità economica, ha a cuore Rimini e i suoi luoghi. Qualcosa si sta muovendo e già l’anno prossimo avremo due importanti restauri di capolavori dell’arte riminese sostenuti in buona parte da soggetti e imprenditori privati”.

“Sono onorato oggi di essere qui per impartire la benedizione al Tempietto restaurato – sottolinea il vescovo mons. Nicolò Anselmi – Siamo davvero grati per questo intervento che restituisce al suo significato sociale, culturale e religioso il Tempietto, dove tante persone – riminesi ma non solo – si fermano a pregare. In questo luogo lo scorso anno abbiamo celebrato gli 800 anni del passaggio di Sant’Antonio a Rimini. Questo giovane coraggioso di origine portoghese, è stato capace di evangelizzare la Romagna e anche Rimini compiendo due famosi miracoli, quello dei pesci e quello della mula ricordato proprio all’interno del Tempietto. Questa chiesa ha forma ottagonale tipica di tanti battisteri: il numero otto per la tradizione simboleggia la nuova creazione, la speranza, la novità, la risurrezione. Ringrazio Bonfiglio Mariotti che ha permesso con la sua generosità questo restauro, l’Amministrazione Comunale e tutti i tecnici che materialmente hanno eseguito l’intervento di recupero, e i Frati Minimi di San Francesco di Paola che custodiscono il Tempietto e la chiesa-santuario dedicata a Sant’Antonio”.