Sportelli bancari, edicole, Poste. E' allarme desertificazaione
C’erano una volta i piccoli centri urbani dove i cittadini avevano tutto a portata di mano. Un ricordo sempre più lontano. Negli ultimi infatti, nonostante i tentativi di decentrare da parte di tanti comuni, molti servizi di prossimità stanno scomparendo: sportelli bancari, uffici postali, edicole. A lanciare l’allarme è la Cgil secondo cui l’assenza di quei “riferimenti fisici che un tempo garantivano la vitalità di aree urbane e rurali, sta esacerbando le disuguaglianze e privando le persone, soprattutto quelle più fragili, di strumenti indispensabili per la loro vita quotidiana“.
Alcuni numeri. Sono 5000 gli sportelli bancari, come emerge dal Piano del Lavoro CGIL Rimini, che hanno chiuso in Italia negli ultimi cinque anni con una riduzione del 20% che ha portato il numero delle filiali da 25.000 a 20.000. Un calo che si è tradotto anche in un meno 6% della forza lavoro, equivalente a oltre 16.000 dipendenti. Nel solo 2023, ben 134 Comuni italiani sono rimasti privi di sportelli bancari portando il totale a 3.300. In provincia di Rimini Casteldelci, Gemmano, Maiolo, Montecopiolo, Montegridolfo, Sassofeltrio e Talamello sono privi di sportelli bancari. Una desertificazione che, evidenzia il sindacato, non è solo un problema economico, ma una questione sociale. La mancanza di servizi bancari nelle aree interne sta infatti spingendo molte persone ad abbandonare i piccoli Comuni. Inoltre dove non esistono più filiali bancarie, l’accesso al credito diventa più complesso e meno personalizzato col rischio di favorire fenomeni di illegalità.
Non se la passano meglio la edicole, un tempo fulcro di informazione, cultura e socializzazione. In Italia, negli ultimi vent’anni, il loro numero è sceso da 36.000 a 11.000, e ogni anno circa 1.000 punti vendita rischiano di chiudere. Nella provincia di Rimini solo 67 edicole sono ancora attive in 12 Comuni su 27, e ci sono otto Comuni dove non è presente alcuna attività di rivendita di giornali (Casteldelci, Gemmano, Maiolo, Montefiore Conca, Montegridolfo, Sant’Agata Feltria, Sassofeltrio e Talamello). “In questo scenario – scrive la Cgil –, si rende necessaria una collaborazione tra soggetti pubblici, privati, istituzioni e comunità locali per sviluppare nuove forme di servizio di prossimità. Le edicole, ad esempio, potrebbero trasformarsi in “sportelli di quartiere”, offrendo una gamma di servizi aggiuntivi, come il rilascio di certificati anagrafici, il ritiro di pacchi o la fornitura di servizi per le amministrazioni locali. Su questa ipotesi ci sono sperimentazioni interessanti a Milano e Firenze“.
A complicare ancora di più le cose è arrivato anche il piano di razionalizzazione di Poste Italiane che impatterà anche nel riminese dove è annunciata chiusura di uffici postali (Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Correggiano, oltre alla probabile permanente riduzione di orario di atri 2 uffici postali che stabilizzano l’orario ridotto del periodo Covid). “Poste Italiane è una società a maggioranza pubblica e titolare del Servizio Universale, quale paniere di servizi a disposizione di tutta la cittadinanza, a prescindere da dove viva” evidenzia la Cgil che chiede quindi di “valutare i bisogni delle comunità, soprattutto delle categorie deboli alle quali si dovrebbero garantire servizi pubblici adeguati per raggiungere gli uffici dove fruire dei servizi“.