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di Marco Ferrini

La drammatica testimonianza da Aleppo, nelle mani degli jihadisti

In foto: Aleppo
Aleppo
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 2 dic 2024 10:39 ~ ultimo agg. 15:16
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Aleppo, la seconda città più grande della Siria dopo otto anni di controllo governativo è nelle mani dei ribelli anti-Assad. I jihadisti di Hayat Tahir al-Sham e le fazioni ribelli alleati controllano la città, eccetto i quartieri controllati dalle forze curde. La città è in ginocchio e in grave pericolo, dopo i lunghi anni di guerra, la povertà assoluta, il terribile terremoto. In questo contesto drammatico la presenza della Chiesa è segno di amore, di carità e di speranza. Tramite il Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati, che da sempre è stato vicino alla Chiesa e
alla popolazione in Siria, giungono attraverso i suoi canali notizie. I francescani della Custodia di Terra Santa per voce di padre Elia Bahjat che hanno spesso frequentato Rimini e che vivono in Aleppo ci hanno inviato nella giornata di lunedì questo messaggio, dopo il tragico bombardamento di ieri.

“Ringraziamo il buon Dio che nessuno è rimasto ferito. I nostri due confratelli: fr. Samhar e fr. Bassam, stanno bene e son dovuti rimanere nel collegio fino a tarda ora per assicurare che il fuoco che ha distrutto un’ala della struttura sia del tutto spento con l’aiuto dei vigili del fuoco. Il bombardamento ha causato gravi danni ad una struttura famosa per un ruolo eccellente nella città, grazie a bene che ha offerto e continua ad offrire a tutti gli aleppini, senza nessuna distinzione di appartenenza religiosa. Nel nostro Terra Santa College tutti sono stati sempre benvenuti: le famiglie, i giovani ed i bambini. Durante gli anni della guerra, dal 2012 fino al 2018 il collegio è stato un rifugio per gli anziani di una casa di riposo che erano stati evacuati, ed oggi è un centro di sostegno psicologico, di sport e di aiuti umanitari, oltre che spirituali. Noi frati francescani della Custodia di Terra Santa ad Aleppo respingiamo ogni violenza e, come tutti sanno, la nostra missione ha un carattere del tutto umanitario; perciò, non ci spieghiamo le ragioni di questo atto e chiediamo alla comunità internazionale di intervenire e fare tutto il possibile per impedire tali violenze su una struttura religiosa.
Intanto affermiamo di restare per sempre vicino al nostro popolo, a tutti i siriani che hanno bisogno della nostra vicinanza, e vogliamo continuare ad essere uno strumento di pace e di riconciliazione laddove il nostro Signore ci manda. A confermare questo, oggi di buon mattino, i frati del Collegio che hanno passato la notte nel nostro convento che si trova al centro della città, sono tornati in campo, proprio lì al Collegio, per far funzionare il panificio caritativo e poter distribuire il pane ai cittadini. “Quando si tratta di fare il bene nessuno ci deve fermare”, con questa frase e con il sorriso mi ha salutato p. Samhar prima di proseguire.
Anche qui al centro, la nostra mensa per i poveri ha ripreso il suo lavoro, distribuendo più di mille pasti. “Continuiamo a lavorare finché possiamo” mi ha detto Fr. Harout, responsabile della mensa, riferendosi alla possibilità che i fornimenti di cibo e gas scarseggino per i prossimi giorni. Per oggi, per mancanza di benzina e quindi di trasporto, abbiamo dovuto chiedere agli anziani di mandare qualcuno per ritirare i loro pasti che abitualmente ricevono a casa.
In città la situazione è tesa, soprattutto dopo un altro bombardamento aereo che c’è stato stamattina in una zona vicina. C’è il desiderio di tornare alla normalità, ma siamo cosciente che c’è bisogno del tempo che speriamo non sia lungo.
Ieri abbiamo celebrato la messa domenicale con una grande presenza dei fedeli, ovviamente di quelli che son rimasti in città, questo ci ha dato speranza e forza.
Comincia a comparire li problema delle sepolture dei morti, perché la zona dei cimiteri è diventata pericolosa, visto che si trova molto vicino alla frontiera con i gruppi armati curdi, che si dice hanno messo dei cecchini e non lasciano passare nessuno. Sentiamo dire che presto ci sarà un accordo tra le due parti che assicurerà l’integrazione del quartiere curdo nel resto della città.
Con il cuore pieno di speranza viviamo alla giornata, affidandoci alla Provvidenza che si rende concreta attraverso moltissimi amici che si rendono vicini a noi in tutti i modi possibili.

I bombardamenti sono incrociati e ne fa le spese la popolazione. Il Ministro degli Esteri Tajani ha denunciato: “Il Collegio francescano di Terra Santa di Aleppo è stato colpito da un attacco russo
che ha causato gravi danni. Faccio appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile.”
Noi continuiamo a pregare per questi nostri fratelli, per tutto il popolo siriano implorando la fine della guerra e per la pace. Ci affidiamo a Chi tutto può, chiedendo di cambiare il cuore dell’uomo.
Per questo saremo nuovamente in Piazza Tre Martiri a recitare il Rosario venerdì 20 dicembre alle ore 21,00.

Marco Ferrini