Spopolamento aree interne. Per il Sole24Ore la provincia di Rimini 'resiste'
Nell’edizione di oggi il Sole 24 Ore offre una fotografia della crisi demografica e dello spopolamento che interessa le aree interne del nostro paese. In un quadro quanto mai preoccupante, la provincia di Rimini resiste meglio di altre, ma il fenomeno è in crescita e servono politiche per arginarlo.
La fotografia del Sole 24 Ore è impietosa. Gli italiani stanno progressivamente abbandonando l’entroterra per stabilirsi in città. Un fenomeno da cui non è esente, seppure non con i picchi di alcune zone del sud Italia, anche la provincia di Rimini. Nelle cosiddette “aree interne” scrive il quotidiano economico si trova quasi la metà dei comuni italiani (il 48%) dove vivono 13,6 milioni di persone, in provincia, tra Valconca e Valmarecchia i comuni sono una decina. Rimini, come gran parte della regione è più ‘resistente’ allo spopolamento per una serie di fattori tra cui il potere attrattivo in chiave turistica delle aree collinari. Eppure si assiste sempre di più ad uno scivolamento a valle della popolazione, con l’entroterra considerato come meta di svago per i cittadini che vivono nelle metropoli: un luogo ideale per le seconde case. Pandemia e crisi economica hanno fatto emergere il divario tra chi aveva i servizi a portata di mano e chi invece si trovava nel bel mezzo di una condizione di isolamento.
Per il sindaco di Rimini e presidente della provincia Jamil Sadegholvaad: “Occorre una visione forte e consapevole, quella che ancora manca a livello nazionale. Anche le diverse azioni e interventi portati avanti a livello legislativo ed istituzionale sconta una mancanza di una prospettiva allargata, iniziative spot slegate tra loro, talvolta anche in contraddizione, che rischiano di portare ad una dispersione di risorse, senza produrre risultati. Se dunque su base nazionale serve mettere il tema della crisi demografica delle aree interne al centro di una politica organica di medio termine abbandonando soluzioni estemporanee, sul piano locale occorre allo stesso modo una pianificazione strategica concreta, che tenga insieme sostenibilità ambientale ed economica, valorizzazione delle vocazioni e dell’identità dei luoghi, occupazione e ritorno dei servizi e delle funzioni imprescindibili, con un collegamento sempre più saldo tra costa e aree montane”.