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Verso il voto

Il Pd contro il "bluff" sanità. Gli interventi di Petitti, Raffaeli e Parma

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
gio 24 ott 2024 17:38
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Già tra i temi centrali della campagna elettorale per le Regionali, dopo le recenti decisioni del Governo la sanità irrompe nel dibattito in vista del voto. In particolare vibranti critiche arrivano dai candidati riminesi del Pd.

William Raffaeli, candidato nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali

Come medico, come cittadino, come paziente e come candidato per le elezioni regionali, non posso che esprimere il mio più totale rammarico e indignazione per questa manovra di bilancio presentata dal Governo che altro non è che l’ennesima scrollata di spalla verso quanto abbiamo di più prezioso: il sistema sanitario nazionale. E per questo non posso che aderire e concordare con lo sciopero indetto per il 20 novembre dai sindacati di categoria, medici e infermieri.

Questa finanziaria, e lo dico con rammarico, senza lasciarmi trascinare da nessun gioco meramente di bandiera, è un duro colpo verso la sanità pubblica che rischia di affondare sotto continui definanziamenti. Il piano di assunzione di 30.000 nuovi medici e infermieri manca, e le misure economiche previste non sono nemmeno specchietti per le allodole, ma peggio. Pensare di offrire un’indennità di soli 17 euro ai medici e 7 euro agli infermieri è uno schiaffo non solo alla professionalità del personale medico infermieristico e sanitario che ogni giorno lavora per far funzionare un sistema già in sofferenza. A questo si aggiunge l’assenza di fondi per pagare chi lavora oltre l’orario per abbattere le liste di attesa, altro tema focale. Gli 1,3 miliardi di fondi aggiuntivi previsti non sono altro che una goccia nel mare, inadeguati rispetto alle necessità e anzi, di più: se si considera l’inflazione, il finanziamento attuale è il più basso degli ultimi 20 anni. Questo è il segnale di una dismissione silenziosa, ma devastante, del nostro sistema sanitario.

La sanità non è un costo, ma un investimento per il Paese, e chi è deputato al governo della Nazione dovrebbe averlo nel cuore e nella mente.

In questo contesto, dobbiamo rafforzare il legame tra i cittadini e i servizi sanitari locali sia negli ambiti ospedalieri rafforzandone gli organici e le potenzialità di accesso in tempi appropriati sia nell’ambito delle cure primarie ove è indispensabile potenziare e riorganizzare i modelli di gestione dell’assistenza che devono sempre di più operare per rispondere ai bisogni di persone affette da malattie croniche che sono sempre più numerosi e intorno ai quali è indispensabile riorganizzare nuovi paradigmi di cura. Su questa innovazione la rete distrettuale di Rimini e regionale stanno facendo passi in avanti verso la prossimità, la territorialità e un modello imperniato sul concetto di prevenzione. Come medico, e come cittadino, credo fermamente che la sanità regionale, verso la quale mi candido a dare un contributo diretto, debba essere orientata verso valori e strategie che tengano alta la qualità dei servizi e la vocazione pubblica e universale della nostra sanità, con un’attenzione alle persone più fragili. La Salute della Gente è un bene per tutta la società”.

Emma Petitti, candidata nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali

Come purtroppo avevamo temuto e “annunciato”, il governo tradisce e calpesta la sanità pubblica, riducendo il finanziamento rispetto agli annunci roboanti delle scorse settimane. Niente piano straordinario per assumere medici ed infermieri, dunque, e settore in allarme, come testimonia la conferma dello sciopero nazionale dei medici. È quasi provocatorio pensare che misure cruciali e impegnative come il taglio alle liste di attesa e il piano di assunzione straordinario, possano essere attuate da questa manovra che mette in campo risorse insufficienti,  1,3 miliardi. Oltre alla sanità calpestata, i tagli agli Enti locali, gli aumenti risibili alle pensioni minime e le altre leve di welfare fiscale si rilevano palesemente inadeguate proprio in un momento dove nel Paese cresce il bisogno di aiuto e supporto. Ecco i «sacrifici» chiesti dal Governo: non alle banche, ma a scuola, università e enti locali. Promesse non mantenute, dunque, e una dura realtà che  presenta il conto dei  veri «sacrifici» chiesti ai cittadini attraverso i tagli agli enti locali“.

Alice Parma, candidata nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali

Sulla sanità assistiamo, purtroppo e a spese dei cittadini, all’ennesimo gioco delle tre carte di questo Governo, che annuncia stanziamenti mirabolanti su tutto, ma, al tirar delle somme, fa arrivare solo briciole. Quando arrivano. Dopo il bluff del decreto sulle liste di attesa ecco quello ancora più grande e grave della manovra finanziaria depositata ieri alla Camera: nei Paesi Ocse il finanziamento della sanità si misura non in valore assoluto ma in percentuale sul Pil e il miliardo e 300 milioni di euro sul 2025 (che si aggiunge agli 1,2 miliardi già previsti dalla legge di bilancio dello scorso anno) rappresentano il punto più basso degli ultimi 15 anni. Sulle risorse che andranno a medici e infermieri bisogna infatti detrarre le tasse e si arriva così vicino al misero 0,4% del Pil che il Governo ha comunicato a Bruxelles come aumento netto della spesa sanitaria, altro che i 3 milioni promessi dal ministro alla Salute Orazio Schillaci! In compenso, viene ammesso, questo sì, che non ci saranno assunzioni di medici e infermieri, rimandate alla prossima finanziaria, ma si aumenta la spesa pubblica a favore della sanità privata con un provvedimento che per ampliare l’offerta punta sugli specialisti ambulatoriali convenzionati, sul privato accreditato e sul lavoro flessibile mettendo sul piatto 184,5 milioni di euro per i prossimi due anni destinati soprattutto alla sanità privata di Lombardia e Lazio. Il 20 novembre saremo al fianco dei medici che, oltre a fare uno sciopero nazionale di 24 ore, scenderanno in piazza per manifestare contro quello che è sempre più un evidente piano di smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale”.
Un miliardo e 300 milioni non sono neanche la metà dei fondi necessari per tagliare le liste d’attesa e assumere nuovo personale sanitario, che, fra l’altro, non è come detto neppure previsto visto che in manovra si è persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale che impedisce alle Regioni di effettuare nuove assunzioni e favorisce il subappalto dei turni scoperti ai cosiddetti ‘gettonisti’ a costi maggiorati per la sanità pubblica. Per le nuove assunzioni viene prevista la sola programmazione da parte delle Regioni del piano di assunzioni rinviandolo al 2026” incalza Parma, snocciolando anche alcuni numeri: “Molte attività sanitarie sono in stato di crisi perché mancano le sufficienti risorse professionali. Tenendo conto anche della progressione delle fughe dal pubblico e dall’andata in pensione nei prossimi anni di 100.000 infermieri (25% del totale a regime) e oltre 30.000 medici servono risorse importanti, ma per l’aumento dell’indennità per i medici e in particolar modo per quelli che lavorano in pronto soccorso, per gli infermieri e le altre professioni del comparto, sono stati stanziati appena 150 milioni: tradotto, tenuto conto delle tasse, fanno 17 euro netti per i medici e 14 per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero circa 7 euro. Briciole, come detto”.
Per poi concludere. “La sanità è al primo punto della nostra agenda amministrativa e lottiamo quotidianamente per il mantenimento dei servizi nelle aree interne, per i medici di base, la medicina di prossimità, nuove per Case di Comunità, Ospedali di Comunità, CAD, ADI, residenza e Hospice e vediamo invece stanziare risorse in questo caso davvero in più per il “privato”: in Lombardia e in altre Regioni sono già state affidate le gestioni di Case della Salute a Fondazioni, Associazioni e Cooperative ed è evidente che sia questo il piano del Governo. Lo contrasteremo in ogni modo”.