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Controllo incrociato

Tassa soggiorno. Dalla Corte dei Conti sentenza favorevole al Comune di Rimini

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 11 ott 2024 14:29
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Una recente sentenza della Corte dei Conti ha confermato la validità e legittimità del procedimento adottato fin dal 2021 dal Comune di Rimini per rilevare possibili mancati versamenti dell’imposta di soggiorno. Il comune infatti si avvale di un controllo incrociato tra le comunicazioni dirette degli albergatori all’Amministrazione comunale e le ‘schedine’ che vengono inviate alla questura per la registrazione degli ospiti. La sentenza nello specifico condanna i gestori di un’attività alberghiera al pagamento di circa 17mila euro di imposta non versata, specificando che  “poiché i Regolamenti comunali affidano al gestore della struttura ricettiva attività obbligatorie e funzionali alla realizzazione della potestà impositiva dell’ente locale, tra detto soggetto ed il Comune si instaura un rapporto di servizio pubblico (…) con compiti eminentemente contabili, completamente avulso da quello tributario sebbene al medesimo necessariamente funzionalizzato”. Come delineato dalla giurisprudenza di questa Corte, il contabile riveste una posizione di garanzia qualificata, con la conseguenza che la prova della condotta causativa di danno è raggiunta qualora risulti la violazione degli obblighi di servizio in assenza di ragionevole giustificazione”.
Questa procedura di verifica incrociata, introdotta in seguito anche da altre Amministrazioni comunali, si basa sul raffronto tra i dati inviati alla questura rispetto agli ospiti registrati e i dati relativi all’imposta di soggiorno che mensilmente vengono forniti dagli albergatori al Comune di Rimini e che consentono all’Amministrazione di avere un monitoraggio più puntuale e aggiornato del gettito. Nell’eventualità in cui dal raffronto emergano anomalie, gli uffici tributi del Comune avviano un percorso di verifica puntuale, promuovendo prima un contraddittorio con il diretto interessato per correggere gli eventuali errori e in un secondo momento avviando la procedura di recupero dell’imposta non corrisposta. Attraverso questo meccanismo, che si basa anche su una fattiva collaborazione tra Amministrazione e albergatori, solo nel 2023 il Comune di Rimini ha incassato circa 574 mila euro di imposta di soggiorno non versata, risultando il primo Comune in Italia per recupero di imposta.
Una sentenza che conferma la bontà dell’azione dell’Amministrazione Comunale, un’azione di controllo non vessativa ma al contrario di affiancamento ai gestori delle strutture ricettive – commenta l’assessore Juri Magrini Introducendo ad esempio la richiesta agli albergatori di comunicare ogni mese l’imposta abbiamo stimolato un monitoraggio più puntuale, rendendo più efficienti e funzionali le procedure anche attraverso un aggiornamento del software gestionale a cui si affidano gli stessi operatori. Un sistema che ci consente di avere una rilevazione quasi in tempo reale dei flussi dell’imposta, utile a far emergere in tempi rapidi eventuali anomalie e dunque ad ad avviare rapporti più immediati e specifici con i gestori”.