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paura a miramare

Sfondano il finestrino e lo accoltellano, identificati i tre aggressori

In foto: Il capo della Mobile, Marco Masia, con i suoi uomini (repertorio)
Il capo della Mobile, Marco Masia, con i suoi uomini (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 5 ott 2024 15:10
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Sono stati identificati con un’indagine lampo dalla Squadra Mobile di Rimini e al momento denunciati a piedi libero per tentato omicidio in concorso, tre giovani albanesi (un 23enne, un 20enne e un 17enne) che nel pomeriggio di mercoledì scorso hanno accoltellato a Miramare, in via Costantinopoli, un connazionale di 25 anni che si trovava in auto insieme ad un amico.

I tre sono comparsi all’improvviso a fianco della vettura, in quel momento parcheggiata, e dopo aver invitato il conducente a scendere, uno di loro avrebbe sferrato un pugno o una gomitata al finestrino mandandolo in frantumi. Poi, con una mossa fulminea, è stato sferrato al fianco del 25enne un fendente che gli ha perforato un polmone. A quel punto gli aggressori si sono dileguati, mentre l’amico del giovane ferito ha preso il posto di guida e si è diretto al pronto soccorso dell’ospedale Infermi di Rimini, dove il 25enne è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Fortunatamente non è più in pericolo di vita, anche se resta ricoverato in prognosi riservata.

La successiva segnalazione dei medici ha fatto scattare le indagini degli investigatori della Mobile, diretti dal commissario capo Marco Masia. Dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona e dal racconto di alcuni testimoni, è stato possibile risalire ai presunti autori della violenta aggressione.  L’ipotesi – ancora tutta da verificare – è che possa trattarsi di un regolamento di conti negli ambienti della microcriminalità riminese, una sorta di spedizione punitiva o magari un avvertimento legato a questioni di droga. Gli accertamenti della polizia proseguono e nessuna pista viene esclusa. Certo è che il 25enne accoltellato ha precedenti per spaccio e rapina e che nei suoi confronti pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Rimini. Motivo per cui, seppur ancora ricoverato, è stato dichiarato in stato di arresto.