Traffico di cuccioli dall'Est, annullate tutte le condanne
Tutto da rifare. Così ha deciso la Corte d’Appello di Bologna, che ha accolto le questioni di incompetenza territoriale sollevate dalle difese degli imputati, finiti a processo nell’ambito dell’inchiesta Luxury Dog per traffico di cuccioli dall’Est Europa. La sentenza di primo grado – che nel dicembre del 2022 aveva portato alla condanna di 12 persone – è stata annullata, e gli atti sono stati trasmessi per competenza al tribunale di Udine, chiamato ora ad incardinare un nuovo processo.
Per la polizia di frontiera di Rimini, coordinata dalla pm Paola Bonetti, c’era un’associazione a delinquere operante tra Italia e Slovacchia dietro al traffico di cuccioli, per lo più bulldog francesi e baboncini toy, che nella maggior parte dei casi morivano poco dopo la consegna, vuoi per malattia o per lo stress di viaggi terrificanti a cui erano costretti in tenerissima età, spesso stipati nei bagagliai delle auto. L’organizzazione aveva sviluppato la capacità di falsificare i documenti dei cani ed impiantare loro microchip provenienti dal mercato parallelo cinese, ma leggibili dai lettori in uso ai veterinari e alle forze di polizia.
L’indagine, datata 2019, aveva interrotto un giro d’affari che poteva superare il milione di euro, dato che un singolo cucciolo veniva venduto tra i mille e i 1.800 euro. Cinquemila, stimarono gli investigatori, quelli venduti. Circa 200 invece quelli salvati e definitivamente assegnati alle associazioni Legambiente e Libera.