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26 spettacoli tra prosa e danza

Teatro Galli. I titoli della nuova stagione tra mito e classici

In foto: il manifesto
il manifesto
di Redazione   
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gio 19 set 2024 14:36 ~ ultimo agg. 14:54
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Una Stagione che affonda nel Mito e nell’incanto per raccontare anche la realtà più urgente attraverso quei Maestri di ieri e di oggi capaci di indagare, esaltare il potere narrativo della parola scritta, decantata, cantata. A comporre uno dei filoni che attraversa il cartellone di prosa e danza 2024_25 del Teatro Galli di Rimini sono i grandi classici della letteratura e alcuni dei miti più complessi e intramontabili della cultura occidentale, declinati attraverso i linguaggi e i temi del contemporaneo, per una Stagione che presenta al pubblico alcune tra le più importanti produzioni italiane dell’anno.
Un viaggio tra fantastico e ignoto, tra storia e affondi nella complessità del quotidiano e dell’attualità, accompagnati da artisti e interpreti già nel cuore degli spettatori come Lella Costa, Ferzan Ozpetek, Emma Dante, Maddalena Crippa, Silvio Orlando, Alessandro Haber, Fabrizio Gifuni, Sergio Rubini, Ascanio Celestini, Elena Bucci e autori e registi affermati come Alessandro Serra, Peter Stein, Arturo Cirillo.
Ventisei i titoli in programma, tra spettacoli in abbonamento (articolati nei consueti turni ABC e D), proposte fuori abbonamento e appuntamenti speciali dedicati alla danza.
E spetterà proprio alla danza inaugurare la Stagione venerdì 8 novembre con un’eccellenza internazionale: Parsons Dance, la compagnia americana di contemporaneo tra le più affermate al mondo, amata dal pubblico di ogni età per la vitalità delle sue coreografie che sembrano sfidare la forza della gravità, tornerà in Italia con il suo nuovo tour Balance of Power che in un poco più di un mese toccherà Rimini e alcuni tra i principali teatri nazionali.
Il percorso che la Stagione dedica alla danza vedrà poi il ritorno al Galli del Centro Coreografico Nazionale – Aterballetto (9 febbraio) con un nuovissimo trittico firmato dai coreografi Crystal Pite, Philippe Kratz e Diego Tornelli.
Anche per questa Stagione spazio al grande musical con l’attesissimo Saranno Famosi fenomeno leggendario e intramontabile della cultura pop, portato in scena dalla compagnia Roma City Musical (1 e 2 febbraio) con un cast di artisti di primo livello come Barbara Cola, Garrison Rochelle, Lorenza Mario, Stefano Bontempi con le coreografie di Luciano Cannito. Non mancherà inoltre il tradizionale appuntamento con l’operetta e la Compagnia Corrado Abbati che quest’anno propone una nuova edizione di uno dei titoli di repertorio più amati, La vedova allegra (14 dicembre).
Sarà invece un’amica affezionata di Rimini come Lella Costa ad aprire il cartellone di Prosa, avviando il filone di riscoperta in chiave contemporanea dei classici della letteratura e della drammaturgia. Ne offre molteplici spunti il suo OtelloDi precise parole si vive (23 novembre) scritto e diretto con Gabriele Vacis, una sorta di ‘aggiornamento’ dell’immortale testo di Shakespeare “il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi”. Ad un’altra figura mitologica si dedica Arturo Cirillo che gioca con la figura libertina, seduttiva e blasfema di Don Giovanni (25-26-27 novembre), in un allestimento dove l’opera di Mozart su poetico libretto di Da Ponte incontra l’assurdo e il paradosso del teatro di Molière.
A riportare la parola alle sue origini, per dare forma a ciò che resta del mito “in un’epoca di macerie” è Alessandro Serra (3 dicembre) con Tragùdia. Il canto di Edipo liberamente ispirato alle opere di Sofocle e recitato in grecanico, idioma antico ancora oggi parlato in certe aree della Calabria e della Puglia. Chi si affida da sempre all’essenzialità della parola è Roberto Mercadini, che ne fa un manifesto nel suo ultimo monologo, La bellezza delle parole (5 dicembre). Ha costruito sul potere della narrazione il suo percorso di teatro civile Ascanio Celestini che con Rumba, L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato (19 dicembre) torna a Rimini per raccontare la storia di un altro personaggio dal fascino senza tempo, San Francesco, trasportandolo tra i poveri e la povertà dei nostri giorni. 
Dal mito alla dimensione fiabesca della tradizione popolare con Re Chicchinella (18 febbraio) nuovo spettacolo di Emma Dante adattato da Lo cunto de li cunti dello scrittore campano Giambattista Basile (1634), una novella che attraverso la storia di un di un re malato, solo e senza speranze, racconta la profondità dell’animo umano.
La sintesi dell’incontro tra classico e contemporaneo è nel volto e nel talento di Edoardo Prati (17 marzo), riminese classe 2004 divulgatore attraverso i social di letteratura, poesia e bellezza. Nel suo primo spettacolo, Prati intraprende un viaggio nella letteratura e nella musica, attraverso le parole che i grandi poeti hanno scelto nel tempo per “cantare d’amore”.
Tra illusione e realtà, inquietudine del quotidiano e viaggi in altre dimensioni si muovono gli altri titoli in cartellone. Mistero, incanto e verità sono la cifra di Ferzan Ozpetek, regista tra i più amati del nostro cinema, che dopo ‘Mine Vaganti’ torna a teatro e al Galli con l’adattamento scenico di un altro dei suoi successi del grande schermo, Magnifica presenza (10-11-12 gennaio) con un cast esplosivo che vede tra gli altri Serra Yilmaz, Tosca D’Aquino, Erik Tonelli.
Ha lasciato un segno nella storia del cinema Scene da un matrimonio (29 gennaio), celebre film di Ingmar Bergman del 1973 che arriva a teatro nell’adattamento coinvolgente e disturbante firmato da Raphael Tobia Vogel, che esplora temi universali quali la famiglia borghese e le convenzioni sociali, sottolineando il peso delle maschere che impediscono relazioni autentiche.
Si parla di maschere e dei successi e dei fallimenti dei ruoli che ognuno interpreta nel quotidiano Ciarlatani (10-11-12 dicembre) dell’autore e regista madrileno Pablo Remón, che riporta sul palcoscenico del Galli Silvio Orlando, protagonista di un testo in cui la finzione del mondo dello spettacolo diventa strumento per indagare le fragilità della realtà.
Elena Bucci e Marco Sgrosso rileggono uno dei drammi più complessi e ambigui di Henrik Ibsen, La casa dei Rosmer (17 gennaio), un viaggio attraverso le stanze segrete di una casa che diventa palcoscenico e metafora di un mondo in bilico tra tradizione e modernità, fatto di relazioni, dubbi, inquieti sguardi sul futuro.
Altro classico che conserva intatta la sua dimensione contemporanea è La coscienza di Zeno di Italo Svevo (21-22-23 gennaio), che torna in scena con Alessandro HaberUn capolavoro della letteratura del Novecento che scava in profondità le nevrosi, fragilità e contraddizioni della natura umana e che sarà proposto con una speciale anteprima serale dedicata alle scuole (20 gennaio).
Sergio Rubini spoglia di allegorie un altro celebre romanzo della narrativa ottocentesca come Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde, di R. L. Stevensondirigendo un adattamento teatrale di cui è co-protagonista insieme a Daniele Russo, Il caso Jekyll (25, 26 e 27 febbraio): un viaggio nell’inconscio che offre allo spettatore la possibilità di fare i conti con il proprio doppio. Il grande regista tedesco Peter Stein torna invece a confrontarsi con uno dei suoi autori di riferimento, Anton Čechov, portando in scena Crisi di nervi (7-8-9 marzo) tre atti unici ispirati alla commedia francese e al vaudeville, caratterizzati da una comicità paradossale mescolata a stravagante assurdità e folle crudeltà.
La Storia recente e l’attualità tragica dirompono sul palcoscenico con Come gli uccelli (14, 15 e 16 febbraio) potente e lacerante lavoro della Compagnia Il Mulino di Amleto diretta da Marco Lorenzi, da un testo del franco-libanese Wajdi Mouawad, acclamato dalla critica internazionale. I giovani Eitan, ebreo israeliano, e Wahida, di origine araba, si conoscono e si innamorano a New York. Il loro amore fiorisce e cerca di resistere alla realtà, anche famigliare, con cui devono inevitabilmente fare i conti, una Storia fatta di attentati, conflitti, odi, identità che sembrano inconciliabili.
Spaccato su una pagina indelebile della storia italiana, Con il vostro irridente silenzio (13 marzo), restituisce gli ultimi giorni di vita di Aldo Moro, prima di essere assassinato dalle Brigate Rosse, attraverso le sue lettere dalla prigionia. A dar voce alle riflessioni lucide e piene di umanità dello statista è un interprete del calibro di Fabrizio Gifuni, per la prima volta al Teatro Galli, che ha curato la drammaturgia oltre che l’ideazione di uno spettacolo intenso ed emozionante.
Raccontano la Storia lasciando parlare i fatti Aldo Cazzullo e Moni Ovadia. Il giornalista e l’attore condividono il palco ne Il Duce delinquente (25 aprile) una storia a due voci, con musiche e canzoni dell’epoca, per rievocare i crimini di Benito Mussolini a capo del regime fascista. Lo spettacolo è promosso nell’ambito delle iniziative per l’80esimo della Liberazione.
Di guerra, distruzione, distanze fisiche ed esistenze negate parlano anche i due spettacoli ospitati al Teatro degli Atti in occasione del Giorno della Memoria e del Giorno del Ricordo. Impronte dell’anima della Compagnia Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfaltv è uno spettacolo di teatro civile e di testimonianza che racconta l’assassinio delle persone disabili nel periodo nazista (26 e 27 gennaio, il 27 e 28 gennaio anche matinée). ESODO. Pentateuco #2 (10 febbraio) di Diego Runco ha invece come protagonista Rudi, istriano di Pola, come il bambino di dieci anni al quale decide di raccontare la sua storia rocambolesca fatta di bombe, di zanzare, di barche, in un’Istria abitata da italiani, sloveni e croati, lacerata da tensioni, conflitti identitari, migrazioni di massa e violenze di guerra.
Tra i progetti collaterali della Stagione anche due appuntamenti speciali, due produzioni collettive che uniscono le energie e i talenti del territorio. Un cast di 100 giovani danzatori e danzatrici e calcheranno il palco del Galli interpretando un classico di repertorio del balletto come Swan Lake (7 dicembre), diretto da Arturo Cannistrà, nell’ambito del progetto Rimini a passi di danza.  Dopo aver risposto alla chiamata di Marco Paolini per ricordare la tragedia di Vajont e all’appello del Comune di Rimini per una rappresentazione collettiva al Teatro Galli,  prosegue il percorso degli artisti e compagnie teatrali riminesi che si ritrovano per Zitti tutti! (29 marzo), monologo teatrale scritto da Raffaello Baldini per Ivano Marescotti nel 1993, andato in scena con la regia di Marco Martinelli. Un’occasione per festeggiare il centesimo compleanno di “Lello” Baldini e insieme rendere omaggio a Marescotti nel secondo anniversario della sua scomparsa.
Il progetto grafico
È firmato ancora una volta da Damir Jellici il progetto grafico della Stagione di Prosa e Danza 2024/25. Anche in questo caso l’immagine racconta qualcosa dell’esperienza teatrale: il Teatro Galli come spazio metafisico che apre ad altre dimensioni, dove è possibile avventurarsi, incontrare i personaggi che lo abitano e perdersi nelle loro storie.
A essere raffigurati sono personaggi immaginati da Luigi Poletti, architetto del Galli: le Muse Melpomene (Tragedia) e Talia (Commedia), che accoglievano gli spettatori all’ingresso della platea, ma anche il dio greco Apollo, nume solare della bellezza, della musica e delle arti, al quale intendeva dedicare il teatro. Dalla classicità appaiono anche Flora, figura associata al fiorire delle piante in primavera (richiamo al giardino meraviglioso della passata Stagione) e Psiche, personificazione dell’anima umana e del suo destino.
Figure fuori dal tempo e dallo spazio come tutti i personaggi che popolano il teatro e che ogni sera prendono vita davanti agli spettatori. Storie che, pur ripetendosi, sono sempre diverse e che talvolta, quando gli sguardi magicamente si incontrano, fanno nascere intese speciali.
Michele Lari, assessore alla cultura del Comune di Rimini
“La nuova Stagione del Teatro Galli propone un programma che si conferma di altissima qualità, che mostra il ruolo del teatro e in generale dell’arte nella Storia e nell’attualità, in parallelo con quello che rappresenta lo spazio fisico del Teatro Galli: un luogo carico di passato, di identità, capace oggi di presentarsi come punto di riferimento culturale della città e della comunità”.
Laura Fontana, responsabile della direzione dei Teatri
“Mai come quest’anno le nuove produzioni del teatro italiano mostrano la volontà di tornare all’origine della parola, del mito, del racconto. Quale può essere il senso di una storia già scritta e interpretata mille volte, come le opere di Sofocle, Molière, Shakespeare e Ibsen, se non l’urgenza e l’incanto che può ricrearsi ogni volta che quelle stesse parole vengono portate in scena? La nuova Stagione del Teatro Galli propone al suo pubblico una selezione dei lavori più interessanti e originali del panorama nazionale, che non sono solamente scritti, diretti e interpretati da artisti di grande valore e popolarità, ma che hanno qualcosa d’importante da dire sul nostro presente. Quando lo spettatore riesce a farsi trasportare in un’altra dimensione, a sentire un personaggio o un racconto come qualcosa che gli suscita un’emozione o una riflessione, l’esperienza del teatro può davvero dirsi magica.” 
Teatro no limits
Si conferma anche quest’anno il progetto Teatro no limits, realizzato in collaborazione con il Centro Diego Fabbri di Forlì, che offre la possibilità anche ai non vedenti e agli ipovedenti di poter godere appieno delle emozioni di uno spettacolo dal vivo.