Donne imprenditrici: ancora un grosso gap da colmare
Le donne che investono su se stesse come imprenditrici ci sono, ma sono un quinto rispetto agli uomini. Portano il loro talento in professioni molto spesso rivolte agli altri, ma nella maggior parte del caso lo fanno da sole, in aziende di cui sono le uniche lavoratrici. Il quadro emerge dall’osservatorio sull’imprenditoria al femminile in provincia di Rimini (Infocamere-Movimprese con elaborazione dell’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna), con dati che di semestre in semestre non cambiano tanto, anche se mostrano qualche lieve flessione in alcuni settori.
Al 30 giugno le imprese femminili erano 7.639, il 22% del totale, con un lievissimo calo, dello 0,3% rispetto ad un anno fa. Commercio, 28%, ricettivo e ristorazione, 17%, e servizi, 11%, sono gli ambiti in cui le imprenditrici sono più presenti. I primi due settori, però, nell’ultimo anno hanno scontato delle contrazioni, poco meno del 2%. Più significativo il calo, -4,0% nell’Agricoltura e -2,3% nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese. Ci sono settori dove l’incidenza femminile è più marcata, in particolare i servizi, dove le donne imprenditrici rappresentano il 57% del totale. Più raro invece che una donna sia a capo di una grande azienda. Le imprese individuali sono oltre il 62%, le società di capitale (18,7%) e società di persone (17,7%). Rimini è la città che conta più imprese al femminile, oltre il 43%, ma buone anche le presenze a Riccione. La più alta incidenza a livello percentuale se la aggiudicando tre comuni dell’alta Valmarecchia: Maiolo. Novafeltria e Pennabilli.