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Addio all'attore Bruno Zanin, il Titta di Amarcord

In foto: Zanin in Amarcord
Zanin in Amarcord
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 8 lug 2024 20:58 ~ ultimo agg. 9 lug 15:31
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Lutto nel mondo del cinema: è morto a 73 anni in una clinica di Domodossola l’attore e scrittore Bruno Zanin. Era nato a Vigonovo (Venezia) il 9 aprile 1951. Narra la leggenda che nel 1973 a Cinecittà si trovava per caso, per accompagnare un amico a un provino, quando Federico Fellini lo notò e lo scritturò per interpretare il Titta di Amarcord. Nel film che due anni più tardi riceverà il premio Oscar, Zanin interpreta un personaggio ispirato a Titta Benzi, l’amico d’infanzia di Fellini scomparso nel 2014. Benzi e Zanin si sono spesso incontrati di persona, in eventi felliniani e non solo.

Diviso tra cinema, teatro e sceneggiati televisivi, Zanin ha lavorato anche per Sthreler, Marco Tullio Giordana e Giuliano Montaldo. Poi all’inizio degli anni ’90 la svolta per dedicarsi al giornalismo zaino in spalla: per tre anni è stato in Bosnia ed Erzegovina, ha collaborato con varie testate tra cui Radio Vaticana come corrispondente di guerra. E’ stato anche attivista umanitario impegnato su più fronti. Di carattere schivo, Zanin ha passato gli ultimi anni di vita in una baita tra i boschi della provincia di Verbania. Nel 2007 ha pubblicato il suo romanzo autobiografico “Nessuno dovrà saperlo”.

La dichiarazione dell’assessore alla cultura Michele Lari:
“All’anagrafe era Bruno Zanin, ma per tutto il mondo e ancor più per Rimini resterà per sempre Titta. Non un personaggio qualunque. Ma l’alterego di Federico Fellini, colui a cui il Maestro decise di affidare lo sguardo attraverso il quale raccontare il suo Amarcord, tanto da attribuirgli quel nome che richiamava l’amico di infanzia, l’avvocato Titta Benzi. La storia di Bruno Zanin è la storia di come un attore scelto per caso, dopo un provino improvvisato e fortuito, finisce per diventare il protagonista di un film capolavoro, premio Oscar, che ha segnato la cinematografia mondiale. Ed è anche la storia di un uomo – con una difficile infanzia alle spalle, uno spirito ribelle e una vita tumultuosa, diventati poi anche un romanzo autobiografico – che nell’esperienza sul set di Fellini trova la svolta di una vita, pur finendo legato indissolubilmente ad un personaggio che col passare degli anni era diventata una gabbia a volte un po’ troppo stretta, da cui ha tentato di fuggire, pur non dimenticando mai di sottolineare la gratitudine nei confronti di Fellini, a cui restò sempre legato. E così Rimini e chiunque ami Fellini ed Amarcord, non potrà che provare gratitudine pensando a Zanin e a quel suo personaggio a cui siamo sentimentalmente così profondamente legati e che sicuramente non dimenticheremo”.

L’intervista realizzata da Visit Rimini nel 2020: