Il garante Cavalieri e la presidente Petitti in visita a San Patrignano
Il garante regionale delle persone ristrette Roberto Cavalieri, assieme alla presidente dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti, sono stati in visita alla comunità di San Patrignano di Coriano. Sono stati accompagnati da Virginio Albertini, responsabile dell’accoglienza a San Patrignano, Francesco Vismara, responsabile delle relazioni istituzionali, e Alessandra Santopaolo, responsabile dell’area legale.
In oltre quarant’anni di attività nella comunità di recupero dalla tossicodipendenza sono state accolte più di 25mila persone. Attualmente gli ospiti sono circa 800 (l’età media è di 32 anni), comprese mamme che portano avanti il percorso assieme ai loro bambini, oltre a diversi minori.
Fra le persone accolte a San Patrignano, 38 arrivano direttamente da case circondariali per intraprendere percorsi alternativi: dalla sua nascita la comunità ha sostituito 4mila anni di pene detentive con programmi riabilitativi orientati al pieno recupero e reinserimento sociale.
Cavalieri: “Il modello e le risposte offerte da San Patrignano alle persone provenienti o che rientrano nell’area penale – ha detto Cavalieri – rappresentano un’alternativa seria ed efficace alla detenzione. Attraverso queste realtà si realizza il rispetto dei diritti di queste persone”.
“Come Assemblea legislativa – sottolinea la presidente Petitti – sosteniamo l’impegno del garante dei detenuti: un supporto che riflette la volontà di costruire una solida rete tra le istituzioni e i centri, a livello territoriale, che aiutano persone con restrizioni alla propria libertà. I diritti delle persone, e fra questi il reinserimento sociale, sono la nostra priorità”.
A San Patrignano sono attivi più di 100 operatori volontari e quasi 300 fra collaboratori e consulenti, per il 40 per cento provenienti dal percorso di recupero. La percentuale di persone recuperate dopo aver completato il percorso a San Patrignano supera il 70 per cento. I fondi necessari al mantenimento dei ragazzi e delle strutture derivano in parte dalle attività e dai beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione e per il fabbisogno restante da donazioni e contributi di privati.