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Problema sicurezza

Omicidio in stazione. La lettera di una mamma: rabbia e frustrazione

In foto: @newsrimini
@newsrimini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 24 nov 2021 10:52
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Era in macchina e stava salutando la figlia davanti alla Stazione di Rimini quando si è consumato il brutale omicidio del 74enne Galileo Landicho. Partendo da questo tragico episodio di cronaca, una mamma ha scritto una lettera aperta al sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad per denunciare i problemi di sicurezza in zona stazione. A renderla nota, l’ex consigliere comunale di Rinascita Civica Mario Erbetta che ribadisce la sua ricetta per porre un argine al problema: presidio di polizia fisso in stazione, unità cinofile comunali per pattugliamenti quotidiani, potenziamento dell’illuminazione, postazione fissa alla pattuglia dell’esercito che con la nuova Piazza non sa dove sostare e, in caso gli uomini non siano sufficienti, utilizzo della Sicurezza Privata.

La lettera

Gent. mo Sindaco Sadegholvaad,
amo la mia città, Rimini, la città in cui sono nata e cresciuta, ho scelto di vivere e dove è nata e cresciuta mia figlia. Una città che avrebbe tanto da offrire a residenti e turisti ma che non viene più scelta come meta di vacanze con la conseguenza di perdere, anno dopo anno, la propria credibilità. Una città che è stata completamente abbandonata dalla sua amministrazione e che è diventata pericolosa. Sono all’ordine del giorno fatti di cronaca e di criminalità che si consumano sia di giorno che di notte mettendo a repentaglio la sicurezza di noi cittadini e dei nostri figli. Come donna e come mamma voglio esprimerle tutta la rabbia e la frustrazione che viviamo quotidianamente: non ci sentiamo assolutamente tutelati da chi dovrebbe impegnarsi ogni giorno
per l’incolumità dei propri cittadini. Domenica sera, come ogni domenica, ho accompagnato in stazione mia figlia che, come tanti
ragazzi studia fuori Rimini, e davanti ai miei occhi si è consumato il brutale omicidio rimasto, ad oggi, ancora senza alcuna spiegazione. Alla fermata dell’autobus c’erano ragazzini e famiglie con bambini che rientravano dalla passeggiata domenicale. E’ stato un attimo, un attimo in cui una persona ha deciso di spegnere la vita di un’altra. Ognuno di noi poteva trovarsi al posto della vittima…..io, mia figlia, i ragazzi alla fermata o la famiglia con bambini, ognuno di noi. Purtroppo si tratta dell’ennesimo episodio di violenza verificatosi a Rimini in questi ultimi mesi. Da cittadina grido che non è più accettabile vivere così, con la costante paura che qualche malintenzionato possa aggredire noi e i nostri cari. Non è più accettabile ascoltare le pallide scuse o giustificazioni di un’amministrazione assente, che si trincera sempre dietro la responsabilità di altri e che continua a lasciare abbandonata a sé stessa la nostra città. La sicurezza è stata trascurata e a farne le spese siamo prima di tutto noi cittadini. Il centro e la stazione sono diventati luoghi di bivacco abituali di balordi, mancano i controlli,
mancano presidi di sicurezza e quei pochi presenti, sono assolutamente insufficienti. L’illuminazione pubblica, in alcuni tratti, è addirittura assente proprio come nel luogo ove si è
consumato il delitto di domenica. La invito, caro Sindaco, a frequentare maggiormente la stazione come facciamo noi genitori di studenti pendolari per rendersi conto dello stato in cui versa, delle persone da cui è popolata, dell’abbandono che si respira e che ovviamente diventa complice di fatti di delinquenza e criminalità.
La invito a frequentare alcune vie del centro o limitrofe alla stazione quando scende la sera, dove ci sono interi tratti completamente al buio. Mi sono stancata di assistere impotente a quanto sta accadendo e credo che un’amministrazione seria, attenta alle esigenze della propria città, debba farsi carico di queste istanze e porre, finalmente, la sicurezza, ai primi posti nell’elenco delle priorità. Credo che Rimini vada riconsegnata ai propri cittadini con la possibilità di viverla di giorno e di notte senza rischi e senza pericoli.