È sempre bello? Affettività e sessualità in adolescenza
Nel flusso di cambiamenti che caratterizzano l’adolescenza, un elemento prende la scena e diventa protagonista di grandi cambiamenti: il corpo. Impossibile non affrontare questo tema, quindi, in uno degli appuntamenti del percorso per genitori, educatori e insegnanti di ragazzi adolescenti promosso dal Centro per le famiglie del Comune di Rimini.
Se n’è parlato, in un’inedita modalità in video-conferenza ma molto partecipata, lo scorso 28 aprile con Chiara Casadei e Caterina Rivola, psicologhe e psicoterapeute.
La dottoressa Casadei racconta così i principali cambiamenti che avvengono nel corpo dei ragazzi e delle ragazze in questa fase: “I preadolescenti subiscono grandi cambiamenti nel loro corpo, che spesso è difficile governare. Non è più il corpo rassicurante di un bambino, sperimentano i primi confusi segnali di interesse per la sessualità. Provano al tempo stesso imbarazzo e desiderio, sensazioni forti ma che ancora non riescono a mentalizzare e che fanno sentire vulnerabili e mancanti. Per questo sono avidi di narrazioni e cercano di ‘domare’ questa nuova situazione riprendendo potere sul proprio corpo. Devono, ad esempio, imparare a gestire la loro forza, confrontarsi con i pari e con un mondo esterno che impone spesso modelli di perfezione irraggiungibili. Il corpo non è più dei genitori, ma loro a tutti gli effetti. Si tratta di un lungo percorso di accettazione e consapevolezza che i ragazzi devono fare e che potrà concludersi solo nella tarda adolescenza”.
E aggiunge: “L’identità è un vestitino che dev’essere cucito su misura, si compone di tanti ingredienti: identità sessuale, espressione, orientamento sessuale e sesso biologico. Gli adolescenti devono conciliare la nuova idea di sé con i tanti impulsi che ricevono dall’esterno e sperimentandosi nella relazione con gli altri. È un percorso difficile e diverso per maschi e femmine, che si pongono domande differenti e hanno aspettative diverse, influenzate anche da componenti sociali e culturali”.
Che ruolo hanno i dispositivi digitali in questi cambiamenti? “Il web può essere un luogo più protetto e rassicurante, soprattutto per ragazzi maggiormente fragili o spaventati. Dobbiamo incuriosirci anche a questo mondo, rispettare la privacy dei ragazzi ma essere loro interlocutori. Mi piace pensare che si possa immaginare anche un ‘galateo’ comune per l’utilizzo corretto dei social”.
Aggiunge, sempre a proposito del rapporto con i social network e il web, la dr.ssa Rivola: “La nostra identità si definisce anche sulla base di quello che l’altro pensa di noi e dall’essere o sentirsi parte di un gruppo. I social network offrono proprio questa opportunità: fanno sperimentare appartenenza e attraverso un ‘like’ i ragazzi ricevono conferme e rassicurazione. In questo periodo i social network si sono rivelati importantissimi per gli adolescenti, non possiamo più pensare a quella dimensione solo come virtuale perché in realtà ha anche un aspetto reale. Certo, non mancano i rischi (sexting, pornografia, cyberbullismo…), per questo dobbiamo riflettere con i ragazzi sulle opportunità e i pericoli di questi strumenti e aiutarli a sviluppare un senso critico”.
I genitori come dovrebbero porsi di fronte a questi cambiamenti? “Occorre mettersi in una condizione di dialogo, ascolto e fiducia – aggiunge Caterina Rivola – consapevoli che i ragazzi stanno vivendo una fase che ha un tempo definito. È importante osservare i ragazzi, i loro cambiamenti, e comprendere che sono in uno stato in cui la componente cognitiva è in pausa e invece lo sviluppo istintivo e ormonale è rapidissimo. I ragazzi vanno compresi con tanta pazienza. I genitori non devono pensare che le reazioni dei ragazzi siano contro di loro, si tratta invece di un bisogno di trasformazione necessario a quell’età per crescere. Un passaggio faticoso, che è anche un combattimento in sé stessi. È importante fare rete con altri genitori, con la scuola e altre figure di riferimento. Gli occhi degli adolescenti sono gli occhi del cambiamento: devo guardarli e ascoltarli consapevole che anche loro hanno qualcosa da insegnarmi, in un nuovo rapporto alla pari”.
Consigliati infine dalle esperte per riflettere su queste tematiche la serie tv “Sex education” e il film “Trust”. Perché anche attraverso film e libri è possibile aprire un dialogo con i ragazzi.
Ne è profondamente convinta anche Alice Bigli, esperta di letteratura per gli adolescenti, e protagonista della video intervista introduttiva alla serata. Spiega: “La lettura è uno strumento prezioso per tutti perché ricolloca la sessualità nell’ambito più ampio dell’affettività e consente una ‘palestra virtuale’ di vita. Il libro dovrebbe arrivare prima delle esperienze, perché crea un contesto di riflessione e confronto prezioso e protetto”. Insieme ad Alice Bigli hanno offerto il loro punto di vista Manuel Mussoni, insegnante; Valerio Minicucci, educatore e coordinatore dell’associazione S. Zavatta onlus, Annalisa Bianchi e Stefano Mazzotti, coppia di genitori.
Tutti convinti di una cosa: occorre “sporcarsi le mani”, affrontare anche questi temi più difficili e non eluderli, senza tabù e raccontando anche gli aspetti belli che coinvolgono questa sfera, non parlando solo dei rischi. I ragazzi hanno diritto alla loro privacy, ma hanno anche bisogno di noi.