Cosa rende una città accessibile?
Sabato 17 Marzo per le vie di Santarcangelo i cittadini avranno sicuramente notato gruppi di persone in bicicletta, a piedi e in carrozzina armati di quadernino, matita e sguardo attento. Qualcuno si sarà chiesto cosa stavano osservando e appuntando sulla carta.
Si trattava dei partecipanti al progetto CITabilitY: un percorso partecipato con lo scopo di definire il grado di accessibilità della nostra città e proporre, per iniziare, piccoli accorgimenti che possano renderla più a misura di tutti. Ma cos’è l’accessibilità? Qualcuno, rispondendo al questionario che è stato sottoposto ai cittadini nei mesi scorsi ha associato il termine “accessibilità” ad accoglienza, autonomia, civiltà, diritto, confortevolezza, comodità, possibilità…
Accessibilità fa rima con disabilità oppure è una una caratteristica della città a cui aspirare per la libertà di movimento di tutti i cittadini? Le mamme e i papà che spingono un passeggino riescono a utilizzare i marciapiedi? E i ragazzi come si muovono in città? Chiunque abbia figli o nipoti dai 10 anni in su inizia a guardare la città con occhi diversi provando a individuare i percorsi sicuri che permettono a un ragazzino di raggiungere in autonomia la scuola, il centro parrocchiale, la biblioteca, … Senza auto, senza l’aiuto di un adulto. A Santarcangelo i ragazzi possono spostarsi in sicurezza a piedi o in bicicletta, da soli o con un gruppo di amici per raggiungere un luogo di incontro? Anche questa è accessibilità del territorio: permettere a tutti di muoversi in libertà e sicurezza.
Durante le passeggiate i gruppi hanno prestato attenzione alla presenza o meno di marciapiedi e relativa larghezza e notato se erano dotati di rampe in corrispondenza degli attraversamenti pedonali; hanno appuntato sui quaderni se l’illuminazione è sufficiente in ore notturne, hanno segnalato tutte le barriere, di ogni tipo, che hanno incontrato lungo il percorso e che hanno costretto i partecipanti a cambiare strada. Una passeggiata molto interessante che ha stupito parecchie persone che non avevano mai osservato la città con tanta attenzione e non avevano mai provato a spingersi seduti su una carrozzina su un percorso accidentato o su un marciapiede che termina con un gradino. E per chi si muove senza poter vedere la strada davanti a sé? La città è accessibile e sicura? Esistono sufficienti punti di riferimento per persone cieche e ipovedenti?
I risultati e le proposte verranno presentati molto presto, nel frattempo vi invitiamo a una piccola riflessione che è anche una domanda del questionario: quali attori rendono la città accessibile? È la sola amministrazione comunale a dover garantire attraversamenti pedonali sicuri, marciapiedi di larghezza adeguata, percorsi dotati di sistema LOGES e rampe con pendenza a norma?
Noi siamo certe che noi tutti possiamo fare qualcosa per rendere la nostra città più sicura e a misura di tutti, anche per i vostri figli.
- spostiamoci a piedi ogni volta che l’auto non è strettamente indispensabile: camminare fa bene, il traffico diminuisce e si riduce anche la brutta abitudine di posteggiare l’auto, solo per 5 minuti, sulle strisce pedonali o in davanti a una rampa. I vostri 5 minuti hanno lo stesso identico valore dei 5 minuti della persona in carrozzina che si trova la strada bloccata dalla vostra auto.
- quando siamo alla guida di un’auto diamo la precedenza ai pedoni in corrispondenza degli attraversamenti segnalati da apposite strisce. Purtroppo non è gesto scontato, lo abbiamo sperimentato in prima persona durante la passeggiata. Se non volete farlo per il rispetto dei pedoni fatelo almeno per il vostro portafoglio e per la vostra patente perché la multa prevista parte da 162 euro e i punti decurtati sono ben 8.
Se volete saperne di più su CITabilitY partecipate all’incontro pubblico del 22 marzo alle ore 16:00 in piazza Ganganelli e a seguire alle 17:30 presso la biblioteca Baldini.
Claudia Protti