Mancato rimborso Casa Don Gallo. Associazioni diffidano Comune
Oggi l‘avvocato Giordano F. Varliero, ha provveduto ad inoltrale diffida per conto dell’Associazione Rumori Sinistri e dell’Associazione No border nei confronti del Comune di Rimini. L’oggetto della diffida è il mancato pagamento dei 15 mila euro, a titolo di rimborso spese, stabiliti dalla convenzione con cui le due associazioni hanno ottenuto la gestione dell’immobile di via De Warthema, oggi Casa Don Gallo, approntato per l’emergenza freddo nel dicembre del 2015. “Da quella data – spiega una nota di Casa Madiba – l’Emergenza Freddo è diventata Emergenza Abitativa, per poi trasformarsi di nuovo Emergenza Freddo, tutto questo usando il nostro tempo, le nostre risorse e la nostra rete di volontariato, persone che non hanno bisogno della pettorina con la sigla per fare il loro dovere civico”.
La diffida tramite legale “arriva dopo innumerevoli richieste d’incontro, presidi e manifestazioni dopo diffide bonarie e dopo la presentazione di progetti alternativi alla stessa Casa Don Gallo (Percorso Partecipato Madi_Marecchia)”. “Reclamiamo considerazione per noi e per le persone che con noi stanno producendo nuove istituzioni del comune, della cittadinanza, attraverso progetti di trasformazione e riscatto sociale. Nessuno deve rimanere solo, Nessuna deve rimanere sola”.
Casa Madiba cita poi la trasmissione “Fuori dall’aula” su Icaro Tv di mercoledì scorso: “i Consiglieri Camporesi (dell’opposizione) e Gianfreda (della maggioranza), si sono confrontati sul tema dell’Emergenza Abitativa. A parte l’imbarazzo nel vederli citare superficialità, che qualsiasi cittadino può aver letto su un giornale, hanno entrambi elogiato il network solidale di via Dario Campana (Casa Madiba Network), dissociandosi dai nostri metodi. Noi vorremmo sapere a quale metodo si riferivano. A quello per cui abbiamo partecipato e vinto una regolare istruttoria, a cui erano stati invitati anche tutti le altre realtà che da anni gestiscono il poco di welfare territoriale che è rimasto? O al metodo per cui ci rifiutiamo di “sparare” in mezzo ad una strada, senza rete di sicurezza, più di 40 persone, secondo le richieste del Comune? Di aver provveduto alla salute di più di 80 persone senza casa e senza assistenza sanitaria attraverso uno Sportello settimanale garantito da un medico volontario e da un’infermiera professionale? Se invece i consiglieri si riferivano alle pratiche di Disobbedienza Civile, si vadano a cercare nei libri di storia il valore di quest’atto nelle lotte di cui loro stessi godono i risultati”.
Per concludere: “Le nostre rivendicazioni sono a beneficio di tutti di tutte mostrano che è possibile una diversa politica per la casa atta a favorire la qualità sociale della vita urbana nel suo insieme. E per noi è una componente essenziale del discorso sull’eguaglianza sociale nella nostra città che stiamo portando avanti sui tanti livelli sociali e politici nei quali siamo impegnati ed impegnate. Che il Comune se ne faccia una ragione”.