Sampierana, l'addio al calcio di bomber Lanzi dopo 21 stagioni nel club


“Basta, appendo le scarpette al chiodo. A fine campionato, dopo 21 stagioni di Sampierana, con il pallone chiudo per sempre. Continuerò a seguirla dagli spalti, con entusiasmo”. Nell’ultima sfida casalinga di domenica 27 contro il Medicina Glauco Lanzi darà l’addio al calcio, una giornata particolare in cui riceverà il tributo dei tifosi, anzi di tutta San Piero. La società sta organizzando la grande festa per il suo bomber. “Spero di giocare titolare…” sibila.
Glauco Lanzi, una decisione sofferta. Perché molla?
“È vero, sarà difficile chiudere un capitolo della mia vita, ma ho deciso così. Impegni di lavoro pressanti, gli acciacchi che si fanno insistenti, la compagna Elisa che giustamente preme per lo stop definitivo. E poi quest’anno non è andata come mi aspettavo: ho avuto poco spazio. Non prendo in considerazioni altre categorie, altre piazze, qualche richiesta che pure mi arriva. La mia storia sportiva nasce e muore con la Sampierana. Vent’anni di affetto e legame per la stessa maglia sono tanti”.
Resterà nel calcio?
“Assolutamente no, il ruolo di allenatore non mi piace. Mi dedicherò ancora di più alla ricerca dei funghi (è tra i tre cercatori più bravi dell’Alto Savio, ndr), il mio grande hobby. Anzi, mi dedicherò anche ai tartufi e acquisterò un cane addestrato per la ricerca”.
Il suo bilancio?
“Sono contento, mi sono tolto le mie soddisfazioni, mi sono divertito anche se negli anni migliori, in cui ero più giovane, avrei potuto fare anche meglio se solo avessi messo il calcio al primo posto. Invece prima del pallone c’era il divertimento. Ho vinto due campionati di Promozione, ho anche vissuto una retrocessione. Ho più di 550 presenze con questa maglia. I gol? Non li ho contati , lo giuro. Gli ultimi tre, quattro anni, paradossalmente sono stati i migliori: sono andato in doppia cifra, abbiamo centrato una promozione, un’altra l’abbiamo sfiorata”.
Cosa le lascia il gioco del calcio e che cosa le mancherà?
“Mi ha insegnato tanto, è stato la mia medicina. Mi ha fatto crescere. Credo sia la metafora della vita: gli obiettivi si raggiungono con i sacrifici, in comune con i tuoi compagni di spogliatoio e i sacrifici li sopporti solo con la passione. Mi mancherà lo spogliatoio, i legami che ho instaurato con tanti compagni di spogliatoio che ora vedrò meno. Ho sempre vestito la stessa maglia da quando gioco a calcio, sarà fatica farsi la ragione di chiudere un capitolo della vita, ma tutto inizia e tutto finisce”.
Il personaggio a cui è più legato?
“Tanti, a cominciare dai dirigenti attuali e del passato. Se proprio devo fare un nome dico Massimo Bragagni. Tra noi c’è un rapporto profondo, come tra padre e figlio, è il mio compagno nelle trasferte della squadra. Mi mancherà. Ringrazio tutta la società Sampierana e tutti quelli che hanno fatto parte della società in questi 21 anni, persone fantastiche che continuano con passione a fare funzionare sempre tutto al meglio. Grazie Sampierana”.
Cosa è mancato alla matricola Sampierana nel ritorno?
“Abbiamo pagato alla lunga soprattutto mentalmente il raggiungimento della salvezza dopo un girone di andata e passa al massimo e condizionato anche da numerosi infortuni che hanno richiesto gli straordinari a livello fisico. In ogni caso, avremmo potuto fare qualcosa in più”.
Intanto al torneo delle Regioni la Under 19 dell’Emilia Romagna è stata eliminata pur con una vittoria sul Lazio (1-0) e due pareggi con Abruzzo e Campania (0-0). L’unico gol segnato è stato di Giovanni Pungelli, difensore classe 2007 scuola Sampierana. Il club si complimenta con lui e gli altri suoi giocatori – Matteo De Gori ed Ettore Facciani – per le ottime prestazioni.