Marinai salvataggio. Cgil non ci sta: quale accordo senza coinvolgere sindacato?


Recenti notizie lasciano presagire che sia ormai prossimo un accordo tra Capitaneria di Porto e imprese balneari di Rimini per risolvere la questione della presenza dei marinai di salvataggio nei periodi di bassa stagione. Nella discussione non sarebbero però stati coinvolti i sindacati che, per voce del segretario della Filcams Cgil Francesco Guitto, chiedono di “essere pienamente coinvolti in questa trattativa“. Se questo non avverrà, la Filcams annuncia “l’intenzione d’impugnare in tutte le sedi competenti eventuali accordi presi senza il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali dei lavoratori, o comunque in contrasto con normative a nostro avviso inderogabili“.
Il nodo della questione riguarda il provvedimento del 2 settembre 2024 con cui la Capitaneria di Porto di Rimini ha recepito il Dispaccio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che di fatto ha imposto ai concessionari di garantire il servizio di salvataggio quando le strutture risultano aperte al pubblico con finalità di balneazione. Di fatto ampliando il servizio per un arco temporale più esteso rispetto al consueto e sollevando le rimostranze della categoria. L’accordo che sarebbe in via di definizione tra Capitaneria e imprese balneari prevederebbe invece la definizione di uno speciale “Documento di Valutazione dei Rischi” che – integrando il Dispaccio del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – escluderebbe, già a partire dalla prossima Pasqua, la presenza dei marinai di salvataggio in torretta. La Cgil lamenta però il mancato coinvolgimento nella trattativa dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza o, in loro assenza, delle organizzazioni sindacali territoriali. “Quale legittimità esclusiva avrebbero i bagnini nel discutere un Documento di valutazione dei rischi con la Capitaneria di Porto?” si chiede il sindacato.