Nel 2019 a Tripoli Giulio Lolli a Tripoli fu condannato alla pena di morte sostituita poi con l’ergastolo. L’informazione, riportata dall’Ansa, emerge dalle sentenze libiche recentemente trasmesse per le via diplomatiche attraverso le ambasciate italiana e libica.
L’imprenditore bolognese, finito a processo e condannato a Rimini e a Bologna per le vicende della Rimini Yacht, era fuggito in Libia e poi estradato nel 2019 sotto l’impulso della Procura della Repubblica di Rimini e quindi del sostituto procuratore Davide Ercolani.
Nel 2017, dopo alcuni anni di turbolente attività nel paese nordafricano, era stato imprigionato con l’accusa di terrorismo. Il passaggio riportato dall’Ansa con i motivi della condanna a morte spiega che Lolli all’epoca della rivoluzione era “uno straniero di nazionalità italiana senza collegamento con la vicenda libica, era ciò che tecnicamente è chiamato un mercenario. Per ciò le sue azioni hanno causato frammentazione e divisione della società libica”. Oggi Lolli è in carcere in Italia per la condanna da parte della Corte d’Assise di Roma a 9 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo e traffico d’armi internazionale.