Indietro
menu
le motivazioni del gip

Le accuse di Manuela e quel rifiuto al confronto, perché Dassilva resta in carcere

In foto: il gip di Rimini, Vinicio Cantarini
il gip di Rimini, Vinicio Cantarini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 14 apr 2025 19:25 ~ ultimo agg. 15 apr 17:39
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Ricomponendo il mosaico di indizi, “è altamente probabile che Louis Dassilva sia l’assassino di Pierina Paganelli”. E’ la conclusione a cui è arrivato il gip di Rimini, Vinicio Cantarini, che ha motivato minuziosamente in 77 pagine il rigetto della richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dai difensori del 35enne senegalese, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. Dassilva – sostiene il giudice per le indagini preliminari – conosceva i movimenti di Pierina e la sera del delitto poteva vedere dal suo balcone l’auto della donna scendere la rampa che porta ai garage di via del Ciclamino. Inoltre “la moglie Valeria Bartolucci non gli fornisce un alibi certo”.

Sicuramente ad indirizzare la decisione del giudice sono state le nuove dichiarazioni di Manuela Bianchi sul giorno del ritrovamento del cadavere della suocera, ritenute “attendibili” e riscontrate da dati tecnici. L’equazione infedele uguale bugiarda, proposta dalla difesa di Louis, invece, non svaluta – secondo il gip – “la credibilità” della Bianchi.

Dassilva avrebbe eliminato Pierina perché le indagini della 78enne potevano portare alla luce che lui era l’amante della nuora Manuela. Una rivelazione che, se fosse emersa, avrebbe fatto naufragare il matrimonio con Valeria e di conseguenza la sua sicurezza economica. A pesare è stato anche il rifiuto del confronto con la Bianchi nel corso dell’incidente probatorio. Il gip scrive che Louis, davanti alle accuse della donna, “è rimasto immobile e silente come una statua di gesso”.

Infine l’ipotesi alternativa avanzata dalla difesa, ovvero che ad uccidere la 78enne siano stati Manuela Bianchi e suo fratello Loris, “non ha allo stato alcun riscontro ed è basata esclusivamente su congetture”. Di più, precisa il giudice, è smentita dalla testimonianza della figlia di Manuela e dai dati del cellulare della Bianchi che confermano la sua presenza in casa nei momenti in cui la suocera veniva uccisa. Ora prossimo appuntamento, giovedì 17 aprile, davanti al tribunale del Riesame di Bologna, chiamato dalla Cassazione a motivare in maniera più approfondita la prima ordinanza di custodia cautelare del gip. Una pronuncia, quella che emetteranno i giudici bolognesi, superata nel frattempo dai nuovi elementi emersi in questi ultimi mesi, che hanno portato il giudice Cantarini a confermare il carcere per Dassilva.