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tragedia o evento colposo?

Alpinisti morti sul Gran Sasso, un elicottero speciale poteva salvarli?

In foto: il Gran Sasso
il Gran Sasso
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
gio 17 apr 2025 19:42 ~ ultimo agg. 18 apr 14:18
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I legali Francesca Giovanetti e Luca Greco del Foro di Rimini, in rappresentanza del fratello di Luca Perazzini e ora anche di quello di Cristian Gualdi, hanno posto all’attenzione della procura di Teramo ulteriori quesiti sulle modalità e sull’effettiva tempestività dei soccorsi nei confronti dei due alpinisti santarcangiolesi, scivolati il 22 dicembre del 2024 in un canalone sul Gran Sasso a quota 2.700 metri, dove sono rimasti bloccati a causa di una tormenta di neve che ha impedito ogni tentativo di recupero.

Nell’integrazione dell’esposto depositata nei giorni scorsi in procura, sembra chiaro il riferimento al possibile intervento dell’elicottero di ultimissima generazione HH-101A, ribattezzato Caesar, in dotazione all’Aeronautica Militare italiana e capace di operare sia di giorno che di notte in qualsiasi condizione meteorologica. Ebbene, gli avvocati dei familiari delle vittime vogliono sapere se chi doveva guidare la macchina dei soccorsi abbia chiesto il 22 dicembre del 2024 l’attivazione di tale mezzo di soccorso.

I due escursionisti, esperti e ben equipaggiati, furono localizzati quasi subito grazie al gps di Gualdi, che segnalò l’esatta posizione in cui si trovavano. Il primo allarme lanciato proprio da Gualdi al 112 risalirebbe alle 14.56 del 22 dicembre, quando le condizioni meteo erano tutt’altro che proibitive. In totale saranno 17 le telefonate tra gli alpinisti e i soccorritori, l’ultima delle quali alle 18.56. Ecco perché i familiari chiedono alla procura di Teramo di verificare se in quel lasso di tempo ci fosse stata la possibilità di raggiungere e soccorrere, magari con l’elicottero Caesar, Luca e Cristian, i cui corpi senza vita verranno recuperati il 27 dicembre, cinque giorni dopo la prima richiesta d’aiuto.