Diffamazione aggravata e turbativa della libertà dell’industria e del commercio. Questi i due reati per i quali il Tribunale di Rimini ha ritenuto colpevoli Mirella Guzzo e Marisa Grossi, rispettivamente amministratrice e moderatrice del gruppo Facebook “Ubriachi di gas” che tra il 2018 e il 2019 catalizzò il malcontento di molti utenti di SGR, impegnandosi nella ricerca di soluzioni alternative con bollette più vantaggiose. A presentare denuncia fu la stessa SGR tramite l’avvocato Moreno Maresi. Nel giugno 2019, ci furono anche perquisizioni in casa delle indagate con il prelievo di computer, telefoni e altro materiale. Per Guzzo e Grossi nella giornata di mercoledì è arrivata la condanna: tre mesi di reclusione, risarcimento dei danni (da liquidarsi in separata sede) e pagamento di una provvisionale alle parti civili di 75mila euro. Il giudice ha subordinato la sospensione condizionale della pena all’adempimento delle obbligazioni civili. In particolare la Procura contestava i contenuti presenti nella pagina Facebook Ubriachi di Gas, “post diffamatori nei confronti della società SGR spa .. gravemente lesivi dell’onore e del prestigio degli amministratori della società” e che “utilizzando mezzi fraudolenti consistiti nel creare il gruppo Facebook … diffamando la società SGR … impedendo e turbando la libera iniziativa economica della società SGR”.
“Una sentenza che ci ha lasciate attonite e sgomente – scrive Marisa Grossi –: siamo state condannate per entrambi i reati, diffamazione aggravata e turbativa della libertà dell’industria e del commercio. Reato, quest’ultimo, che si commette con azioni che rientrano nella categoria della fraudolenza e della violenza. Una condanna pesantissima nonostante le numerose prove a nostra discolpa e nonostante la mancanza di prove della controparte. Condanna a cui si aggiunge una pena economica di 75 mila € a titolo di risarcimento danni e di anticipo di quanto verrà stabilito in sede civile. Una richiesta a dir poco ingiustificata, perché formulata in totale mancanza di presentazione di documenti formali che ne attestino la necessità”. “Prendiamo atto della condanna – prosegue –, ma non possiamo in nessun modo tacere che è una sentenza iniqua e indubbiamente punitiva, sottolineando che il giudice che ha emesso questa sentenza ha aggiunto una punizione economica che, da soggetto che ancora oggi si ritiene totalmente innocente, ritengo irricevibile. Attendiamo il deposito della sentenza e delle relative motivazioni a supporto, annunciate entro i 90 giorni. A queste, seguiranno indubbiamente i necessari passaggi legali per continuare il nostro percorso giudiziario”.
Grande soddisfazione viene invece espressa dall’avvocato Maresi: “la lunga vicenda che ha coinvolto il Gruppo SGR ed i suoi amministratori, che rappresento, ha avuto ieri un esito favorevole, con la condanna delle 2 imputate e le relative statuizioni civili disposte dal Tribunale di Rimini a favore delle parti civili. Non c’è dubbio che l’azienda abbia subito gravi e del tutto ingiustificate aggressioni alla propria reputazione attraverso la creazione di un Gruppo Facebook, che per la Procura della Repubblica di Rimini e , dopo ieri, secondo il Tribunale di Rimini, ha comportato l’utilizzo di mezzi fraudolenti idonei a turbare e danneggiare la libera iniziativa economica di SGR . Già nel maggio 2019 il GIP Tribunale di Rimini ha avuto ad emettere un provvedimento di sequestro preventivo del Gruppo Facebook denominato “ Ubriachi di Gas “ e ciò ad ulteriore riprova dell’esistenza, già all’epoca, di evidenti condotte illecite”.
Sulla stessa linea anche i vertici del Gruppo SGR. “Si chiude – scrivono – una vicenda che per lungo tempo ha coinvolto un’azienda che sul territorio, in questi quasi 70 anni di attività, ha fatto della trasparenza e della disponibilità al dialogo coi clienti la sua forza. L’azione che fu intrapresa contro il Gruppo SGR superò abbondantemente i limiti della dialettica, pur critica. In quel momento decidemmo di tutelare i nostri clienti, i collaboratori e la reputazione dell’azienda. Gli attacchi ricevuti tramite i social e la conseguente eco mediatica avevano superato ogni limite e dopo numerosi incontri pubblici decidemmo di difenderci in sede legale. La sentenza è un punto di arrivo, non abbiamo mai avuto dubbi che si trattasse di offese gratuite e senza fondamento. L’entità della condanna è una conseguenza che non vogliamo commentare, mentre confermiamo l’iniziale intenzione di devolvere le provvisionali disposte dal Giudice, quando saranno disponibili, a iniziative di solidarietà. Ringraziamo inoltre l’Avv. Moreno Maresi e il suo studio per l’assistenza”.