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tre riminesi persero la vita

Strage di Ustica. Assessore Bragagni: la resa sulla verità è un oltraggio alle vittime

In foto: L'inaugurazione del 2022
L'inaugurazione del 2022
di Redazione   
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ven 7 mar 2025 15:52
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Ha creato grande polemica la richiesta della Procura di Roma al GIP di archiviare l’ultima inchiesta sul Dc-9 Itavia, precipitato nel Mar Tirreno il 27 giugno 1980, causando la morte di 81 persone. Una scelta che ha sollecitato l’intervento dell’assessore alle legalità riminese Francesco Bragagni: “dopo decenni di indagini, ricerche, sentenze e battaglie legali, questa notizia lascia un enorme senso di sgomento. Una battuta d’arresto nella ricerca della verità, di una verità che appare ancora lontana e che, come ha ricordato la Presidente dell’Associazione dei Familiari delle Vittime, è stata ostacolata da reticenze e un’omertà internazionale. Questa resa non è soltanto un oltraggio alle vittime e ai loro familiari, che da tempo portano avanti una lotta per la giustizia, ma è una ferita aperta per l’intero Paese, il quale non può sacrificare il suo diritto alla verità sull’altare della ragion di Stato o degli equilibri geopolitici

Il pensiero della nostra comunità riminese, oggi più che mai, va quindi ai familiari delle vittime, tra cui anche tre nostri concittadini. È a loro che nel 2022 abbiamo voluto dedicare il parco in via Sartoni nei pressi dello stadio comunale, un luogo simbolico che porta il ricordo di Giuliana Superchi, morta a soli 11 anni, di Pier Paolo Ugolini, di Marco Volanti, nonché degli altri passeggeri che persero la vita in quella tragica strage. In quello spazio verde, campeggia così una stele in acciaio corten che porta incisa una testimonianza indelebile, il cordoglio cittadino, a dimostrazione della volontà della collettività riminese nel custodire la memoria di questa tragedia che non deve in nessun modo cadere nell’oblio.  Per questo, come città di Rimini, oggi più che mai, sosteniamo la richiesta dei familiari delle vittime per sollecitare il Governo, il Parlamento, le istituzioni e la diplomazia a fare pressione affinché gli Stati alleati collaborino. E’ una verità che dobbiamo ai nostri concittadini, agli 81 innocenti che persero la vita, ai loro familiari. E la dobbiamo a noi stessi, come persone che credono nei valori della democrazia e della giustizia”.