Rimini: la necessità di prestiti e il gioco d'azzardo preoccupano


L’Editoriale della domenica
di Carlo Alberto Pari
Una capitale del turismo a prima vista opulenta, potrebbe apparire marginalmente interessata alle problematiche riguardanti i prestiti eccessivi ed il gioco d’azzardo, fenomeni invasivi in diverse realtà. Purtroppo, i dati (relativi al 2023) recepiti da una recente indagine di un’autorevole ente, non appaiono conformi a questa sensazione. Esiste un malessere anche economico, nemmeno troppo mascherato. Due i punti salienti. Il primo. Nel periodo preso in esame, poco meno di un quarto dei cittadini residenti nella nostra provincia ha richiesto un prestito. Il secondo. Ancora più inquietante, nello stesso periodo sono stati “raccolti” nel gioco d’azzardo circa 349 milioni di euro. Non sono certo pochi, se si escludono gli “astemi”, si arriva a cifre estremamente invasive per le famiglie che ne subiscono le conseguenze. Ritornando al primo punto, salvo una parte delle situazioni, ci si indebita per mantenere uno stile di vita oltre le possibilità, con sarcasmo, come accade al nostro Paese con il debito pubblico, ove ogni motivo appare una plausibile giustificazione (crisi, covid, riarmo, buona parte del pnrr), per implementare i debiti da lasciare in eredità alle future generazioni. I prestiti si chiedono usualmente per le vacanze, per le auto, per lo studio dei figli, purtroppo per le cure, ed in tanti, anche per giocare. Salvo i casi di inderogabile necessità, sarebbe auspicabile una maggiore attenzione, l’accumulo di rate può portare facilmente all’insostenibilità, che canalizza verso contesti estremamente pericolosi. La carenza della liquidità necessaria ad una vita dignitosa, può anche derivare da retribuzioni del lavoro al limite della povertà, oppure, dal parziale blocco della perequazione sulle pensioni, che ha ridotto il valore reale di tante rendite, in anni di elevatissima inflazione (qualcuno dovrebbe riflettere e reagire su questi primi due punti). Di certo, non aiuta neppure la tassazione elevata, dovuta ad un debito pubblico abnorme, che non permette tagli significativi (in questo caso, sarebbe auspicabile che noi cittadini premiassimo i politici attenti, anziché accettare il continuo accumulo di debito, come causa naturale di ogni evento avverso). Non ultima, l’invasiva canalizzazione dei comportamenti di massa, che inalvea gli stili di vita ed i consumi, invogliando ad aggiungere rate ad altre rate, per ottenere ciò che il debitore non potrebbe permettersi. Accumulando irrazionalmente debiti, sarà sufficiente la perdita di un lavoro in famiglia, una malattia che imporrà spese supplementari, un incidente, un guasto significativo all’auto, o più semplicemente, un intervento urgente per l’abitazione. Tutto diverrà un tremendo incubo e per uscirne, purtroppo, non sarà sufficiente un sussulto ed il batticuore di un brutto risveglio.
CARLO ALBERTO PARI