Presto potrebbe finire a processo per maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni aggravate un 27enne riminese che per circa due anni ha costretto la compagna di 22 anni e la figlioletta di un anno e mezzo a vivere con la paura di essere uccise. Molteplici gli episodi di violenza raccontati dalla giovane ai carabinieri, che nel febbraio di quest’anno hanno eseguito nei confronti del 27enne la misura cautelare della custodia in carcere. Le minacce di morte, le percosse e le violenze psicologiche erano iniziate quando la giovane era incinta della figlia. Dopo la sua nascita, sono addirittura aumentate.
L’uomo, marcio di gelosia, non perdeva occasione per denigrare la compagna. Bastava un nonnulla perché perdesse il controllo e sfogasse tutta la sua rabbia sulla madre della bambina. Come quando, dopo averla presa a schiaffi al termine di un litigio, la costrinse a truccarsi per coprire i lividi prima dell’arrivo dei carabinieri. La 22enne ha sopportato urla, insulti, spintoni, pugni e mani al collo. Ma anche vestiti tagliati e arredi danneggiati. Durante i suo scatti d’ira, l’indagato se la prendeva anche con la figlioletta, sollevata in un’occasione per il collo e scaraventata sul letto perché continuava a piangere. Mamme e figlia sono ricorse anche alle cure del pronto soccorso, come provano i referti ospedalieri che indicano contusioni e traumi multipli guaribili in 7 e 10 giorni.
La novità degli ultimi giorni è che il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto al gip di Rimini il giudizio immediato per il 27enne, difeso dall’avvocato Gilberto Martinini.