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Antonio Buscè: “Il campionato della Pianese non mi meraviglia”

Antonio Buscè, allenatore del Rimini F.C.

Il Rimini vuole rialzare prontamente la testa dopo la battuta d’arresto al “Neri” di lunedì sera con l’Arezzo (0-2) che ha interrotto a sei (otto sommando le due semifinali di Coppa Italia) la sua striscia positiva in campionato. Sulla strada dei biancorossi un’altra compagine toscana, la Pianese, che con i suoi 44 punti (sette in più dei romagnoli) ha già conquistato la palma di squadra rivelazione del campionato. La società di Piancastagnaio, paese di 3mila abitanti in provincia di Siena, da matricola sta facendo un campionato super.

All’andata, il 19 ottobre al “Romeo Neri”, finì 0-0.

Calcio d’inizio domenica alle ore 15:00 allo stadio Comunale di Piancastagnaio.

Affronterete la squadra rivelazione del torneo. “È quello che avevo detto all’andata. Quando avevamo pareggiato c’era stato un po’ di scoramento, di amaro in bocca – attacca l’allenatore del Rimini F.C., Antonio Buscè, alla vigilia -. Io avevo detto: “occhio, che farà un ottimo campionato”. Perché vedi l’indole della squadra e dei giocatori, che si sacrificano, che fanno poche cose ma bene, che lavorano non per il singolo ma per il collettivo. È una cosa che non mi meraviglia il loro campionato”.

Avete iniziato a parlare di rinnovo del contratto? “No, perché noi siamo talmente tranquilli e sereni che avremo tutto il tempo di decidere il dove, il come e il quando. Penso solo a portare a termine la stagione nel modo migliore possibile, con tutti gli impegni che abbiamo: abbiamo ancora 12 partite da giocare, dieci di campionato e due di coppa. Sono un professionista e penso solo a fare bene fino alla fine. Quando ci sarà da mettersi a sedere lo faremo con grande tranquillità”.

Perché il Rimini alterna partite belle ad altre in cui fatica a tirare in porta? “Ci sono anche gli avversari, non dimentichiamolo. Con l’Arezzo secondo me non abbiamo giocato a calcio né noi né, soprattutto, loro. Le squadre che cercano di giocare a calcio spesso non vengono tutelate. Con l’Arezzo ci sono state talmente tante rotture di gioco da parte dell’avversario che non hanno permesso al Rimini di giocare. Bisogna essere bravi a tutelare le squadre che vogliono giocare a calcio, ma spesso incontriamo squadre che fanno un altro sport. Questa è una problematica molto seria. Secondo me bisognerebbe mettere la VAR in Legapro, perché ci sono tante partite in cui giocatori commettono falli importanti e a fine partita ci sono 3-4 ammonizioni. Forse siamo una delle squadre più penalizzate sotto questo aspetto. Ricordo che con il Carpi noi abbiamo buttato fuori il pallone 3-4 volte perché c’erano loro uomini a terra. Siamo nei professionisti, la Legapro fa un campionato molto importante e bisognerebbe tutelare le squadre che vogliono giocare. In Serie A e in Serie B questa cosa non succede”.

Ci sono anche raccattapalle che vengono educati a non dare subito il pallone agli avversari. “C’è chi propone che quando ci sono un calcio d’angolo, un calcio di punizione o un fallo laterale da battere ci siano a disposizione 10″, poi c’è il cambio rimessa. In Serie A, per la questione raccattapalle, ci sono i cinesini ogni dieci metri, e non c’è più la problematica di perdere tempo. Secondo me è qualcosa d’imbarazzante quello che accade. Anche il fatto di buttare la palla fuori una volta era una decisione solo dell’arbitro. Ora prima del fischio d’inizio i due capitani dovrebbero accordarsi per non buttare fuori il pallone a meno che non fermi il gioco l’arbitro. In Legapro a volte non si vede una partita di calcio. A volte lo spettacolo non si vede, a discapito di persone che vedono il calcio in maniera diversa”.

Il Rimini secondo lei in classifica ha i punti che merita? “Credo che qualcosina in più avremmo potuto averlo per quello che abbiamo fatto in campo perché in qualche partita avremmo meritato i tre punti. Sono il primo a dire di non attaccarsi alla sfortuna. Noi abbiamo 4-5 partite in cui sei uscito dal campo con una sconfitta o con un pareggio e che invece avresti potuto vincere tranquillamente. Quei 4-5 punti in più avremmo potuto averli secondo me. Io quando sono arrivato la prima cosa che ho detto è: spero di migliorare quello che si è fatto l’anno scorso. L’anno scorso si è chiuso in decima posizione. Io non amo fare proclami, poi non conoscendo né la categoria né i giocatori non avrei potuto dire altro: io so il lavoro che faccio sui giocatori e spero di migliorare la posizione dell’anno scorso. Il valore della rosa rispecchia comunque la classifica, anche se quei 4-5 punti in più, per il valore della rosa, li avremmo potuti avere tranquillamente”.

Chi mancherà domani? “Non ci saranno Colombi, Cernigoi, si è fermato Linas (Megelaitis, ndr) per questo problema che si porta dietro alla caviglia ed era giusto fermarlo, si è fermato questa mattina Gagliano, reduce da una botta al piede. Non ci sarà Brisku. Semeraro ha recuperato e con Falbo siamo agli sgoccioli, Cinquegrano dovrà stare a riposo 4-5 giorni”.

Cosa fa la differenza in questo campionato? “Io credo che la forza stia nella società. Quando sono arrivato questa forza l’ho trovata, e per un allenatore è importante. Quando non succede si bada più al sodo per avere una panchina per lavorare. E questo va a discapito di tanti giovani. Questo è il problema. Io ho la fortuna di aver fatto tanti anni (all’Empoli, ndr) in una società dove i giovani devono crescere. Ma questo lo fai anche con i grandi, perché anche chi ha 30 anni può migliorare. Tanti miei giocatori lo hanno fatto quest’anno, avrei tanti esempi. La cosa importante è avere una società alle spalle che possa permetterti di lavorare in serenità”.

In difesa giocherà Semeraro? “Semeraro no, avrà un’autonomia di 15-20 minuti. È normale che qualche giocatore si deve adattare, ma fino a un certo punto. Domani quasi tutti giocheranno nei propri ruoli, perché ci saranno Gorelli, De Vitis, Lepri, Longobardi, e Piccoli che può adattarsi. Abbiamo visto Fiorini a Milano che da centrocampo ha fatto il braccetto e ha fatto una grandissima partita. La forza di questo gruppo è anche questa propensione ad adattarsi”.

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