Omicidio Paganelli, indagini prorogate. Venerdì battaglia sulle perizie


Si arriverà a inizio novembre 2025, a poco più di due anni dall’omicidio di Pierina Paganelli. Il pm Daniele Paci ha chiesto e ottenuto altri sei mesi di tempo prima di chiudere le indagini e completare il complesso puzzle di un delitto ancora lontano dall’essere risolto. Allo stato attuale c’è un indagato per omicidio volontario, il senegalese Louis Dassilva, in carcere dal luglio scorso, che non ha mai confessato il delitto e che, sulla base dell’esperimento giudiziale davanti alla cam3, rischia di tornare libero; e un’indagata per favoreggiamento in omicidio, l’ex amante di Dassilva, Manuela Bianchi, nuora della vittima, che dopo 17 mesi ha deciso di raccontare agli investigatori una verità finora inedita che necessiterà di precisi riscontri.
Intanto, venerdì, nell’aula L del tribunale di Rimini, sono previste tre udienze in sequenza relative ai tre incidenti probatori: uno sul Dna che certificeherà una volta per tutte l’assenza di Dassilva sulla scena del crimine; uno sulla famigerata cam3 della farmacia San Martino, che per altezza escluderebbe la corrispondenza tra Dassilva e l’ignoto; e uno sui dispositivi elettronici del senegalese. Sugli ultimi due ci sarà battaglia ed è probabile che le parti richiedano approfondimenti e integrazioni. Difficile che al termine della triplice udienza di venerdì i difensori di Dassilva, gli avvocati Fabbri e Guidi, optino per richiedere al gip la scarcerazione del loro assistito. Ma, se così non fosse, il giudice Cantarini allora potrebbe decidere di recarsi prima in carcere per interrogare nuovamente Dassilva. Solo dopo arriverebbe una decisione che in qualunque caso farebbe discutere.