Occupazioni, cortei, polemiche. Venti anni fa i giorni roventi dei 'marines'


Tra il 10 e il 12 marzo del 2005 Rimini viveva giornate roventi per il caso del possibile utilizzo dell’aeroporto di Miramare come scalo per gli aerei militari Usa impegnati nella guerra in Iraq.
Cortei, occupazioni e polemiche su polemiche: un’ipotesi che divise politica e opinione pubblica. Rispetto al deciso no del Comune di Rimini, la Provincia era inizialmente più possibilista. Favorevoli gli industriali.
Aeradria fu accusata di scarsa informazione sulla trattativa con l’agenzia World Airlines, il presidente Morelli si dimise. Il 10 marzo i soci dovevano riunirsi per la nomina del successore, Masini. Ma l’assemblea si tenne in provincia: l’aeroporto fu infatti occupato da attivisti del Laboratorio Paz di Rimini e da no global, come li si definiva all’epoca, provenienti da Emilia e Marche.
Ipotesi marines all’aeroporto. Venti anni fa i giorni roventi delle polemiche
Sabato 12 marzo il centro di Rimini si trovò a ospitare due cortei dai contenuti opposti e un consistente spiegamento di forze dell’ordine. Al mattino, quello di Alleanza Nazionale pro marines. La strumentalizzazione degli oppositori, per i vertici di AN, rischiava di far saltare una partita da 2,6 milioni. Al pomeriggio, un migliaio di persone da tutta la Regione marciò contro l’arrivo dei marines e contro la guerra, con una trincea simulata davanti alla sede della provincia in Corso d’Augusto. Alla fine, i marines a Rimini non sarebbero mai arrivati. Pochi giorni dopo la World Airlines fece sapere via mail ad Aeradria che non se ne faceva più nulla. Non c’erano più le condizioni, spiegarono senza nascondere il disappunto.