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Dubbi anche da Europa Verde

Nuovo mercato ittico: favorevoli, contrari e l'altra struttura che nascerà al Caar

In foto: Mercato ittico (rendering)
Mercato ittico (rendering)
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 20 mar 2025 13:21 ~ ultimo agg. 18:17
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E’ ufficialmente partito nei giorni scorsi l’iter burocratico per la realizzazione del nuovo mercato ittico sulla sinistra del Porto a Rimini. Un progetto di cui si discute da anni e che continua a trovare la contrarietà dei residenti nell’area. Di diverso avviso sono invece gli addetti ai lavori con Legacoop che ritiene il nuovo mercato una “grande occasione di sviluppo per la città”. I contestatori evidenziano però l’avvio di un progetto da 9 milioni di euro (finanziato dal Pnrr) per realizzare un mercato ittico anche al Caar (dove ne è già presente uno). Un avviso di pre-informazione è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Committente è il Centro agro alimentare riminese, mentre la stazione appaltante è la Provincia di Rimini. La notizia è emersa mercoledì nel corso della trasmissione di Icaro TV Fuori dall’Aula.

Nuovo Mercato Ittico a Rimini: la voce di favorevoli e contrari

Intanto domani, venerdì 21 marzo, alle 18 nella sede della scuola Madre Teresa di Calcutta in via Sforza, sarà presentato in assemblea pubblica il nuovo studio di fattibilità tecnica ed economica che prevede la realizzazione del centro servizi polivalente per la pesca e l’acquacoltura a Rimini sulla sinistra del porto. Saranno presenti gli assessori Mattia Morolli, Anna Montini e Valentina Ridolfi e il dirigente Settore Infrastrutture e Qualità Ambientale, Alberto Dellavalle.

Intanto ad esprimere perplessità sul nuovo mercato ittico sono anche gli esponenti di Europa Verde. “Sulla vicenda del nuovo Mercato Ittico – scrive il co-portavoce Cesarino Romani – sono usciti i nuovi progetti di costruzione del Comune: il comunicato che li accompagna- e che è stato ampiamente rappresentato dalla stampa locale- a nostro avviso è inesatto e sembra una narrazione green washing.
Ricostruiamo la vicenda. Nel 1998, visto il volume d’affari generato dal Mercato Ittico all’Ingrosso, (80/90 barche coinvolte) viene fatta la proposta di trovargli una nuova sede. La proposta sembra assai difficile da attuare e la giunta Chicchi la lega alla realizzazione della Nuova Darsena, che, essendo costruita con fondi in gran parte privati, decolla. La costruzione della Darsena diviene motore di una nuova edilizia residenziale che salva però un’area verde di discrete dimensioni. Nell’area esiste anche un grosso fabbricato storico in mattoni, un capannone di alcune centinaia di metri quadri, vincolato dalla Sovrintendenza e, comunemente chiamato IL MUCCHIO D’OSSA.
Candidato dall’Amministrazione comunale al bando per i contributi emesso dal Ministero nell’agosto 2021 l’intervento è ammesso in graduatoria ottenendo un contributo di 1,9 milioni. Il Ministero però informa l’Amministrazione comunale della possibilità di ammettere a finanziamento il 100% dell’importo richiesto (7 milioni), attraverso la programmazione di fondi Feampa (Fondo Europeo Attività Marittime Pesca e Acquacultura) 2021/2027, restando però fermo l’obbligo di concludere l’opera entro il 31 ottobre 2023”. Tempistiche impossibili per la realizzazione di un’opera del genere, tanto da spingere il Comune a rivolgere una proposta di compromesso al Ministero, per non perdere risorse fondamentali: dividere l’investimento in due cicli di finanziamenti. La proposta prima viene respinta e poi accolta.
Sono passati 20 anni dal primo progetto del 2005. Da allora i problemi della pesca si sono ingigantiti. A fronte della progressiva riduzione degli stock ittici tradizionali sovrasfruttati, al surriscaldamento delle acque marine con conseguente diminuzione delle specie tradizionali, alla proliferazione di specie aliene non commerciali, si assiste ad una progressiva rottamazione di imbarcazioni da pesca, e quelle in esercizio sono molto vecchie (minimo 30 anni di vita). A tutto questo, a breve, si aggiungere l’effetto devastante del rigassificatore di Ravenna.
A Rimini sono rimaste una trentina di barche delle 80 di fine secolo scorso. Un terzo. La pesca è diminuita di -17% in meno di dieci anni. Ciò che è aumentato è il settore dell’acquacoltura e della trasformazione, +38,5 % la prima e +66,7% il secondo e, soprattutto, il commercio all’ingrosso dei prodotti della pesca, sia freschi +31% che conservati e surgelati 33%. Cade quindi la necessità impellente di avere un mercato all’ingrosso in città, anzi, per i commercianti potrebbe andare meglio un luogo più raggiungibile da fuori, dove già si concentra il commercio del food. Ma anche per i pescatori si tratta di un percorso di 15 minuti alle 3 di notte.
Perché allora tanta insistenza e dichiarazioni roboanti? Ci viene in mente una recente esperienza di un nuovo Mercato Ittico, quello di Bellaria. Anch’esso costruito con soldi europei ma è durato pochi anni poi ha chiuso. Proprio perché costruito con soldi europei ora è lì a degradarsi perché non se ne può variare la destinazione. Hanno preso in considerazione questa possibilità tutt’altro che remota i nostri amministratori?
Cementificare un’area verde (una delle poche restanti a San Giuliano) per fare un baraccone inutile legato a un’idea della gestione della pesca ottocentesca? Un baraccone che potrebbe aggiungersi al Mucchio d’ossa? Un’ultima considerazione. “La pesca industriale nel Mediterraneo è un settore drogato artatamente tenuto insieme da soldi pubblici… le sovvenzioni e i sussidi alla pesca a strascico nel Mediterraneo occidentale (flotte italiana, francese e spagnola) sono state di 93 milioni di euro, il comparto nel periodo ha registrato un utile di 34 milioni. Ciò significa che, senza i sussidi, ne avrebbe persi 59!!!” (Fonte Stefano Liberati . Tropico Mediterraneo).
Perché non dare quei quasi dieci milioni ai pescatori per rimodernare la loro flotta, renderla più efficiente, sicura e ambientalmente compatibile? Parliamo di lavoratori del mare che rischiano la vita su mezzi obsoleti sempre più inadeguati vista la violenza degli eventi atmosferici degli ultimi anni, non è meglio occuparsi di questo che di opere inutili e impattanti? C’è ancora chi insiste sull’utilità di quest’opera”

la puntata integrale di Fuori dall’Aula

Fuori dall’Aula 24/25. Mercato contestato, effetto “dazi”, infermieri e futuro