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Medici di famiglia a rischio estinzione. In Regione ne mancano 536

In foto: foto pexels
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 4 mar 2025 13:55 ~ ultimo agg. 13:57
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In Emilia-Romagna mancano 536 medici di medicina generale. Il dato emerge dal rapporto sull’assistenza sanitaria di base, effettuato dalla fondazione Gimbe. La Fondazione ha tenuto in considerazione il rapporto ottimale pari a 1 MMG ogni 1.200 assistiti. Sulla base dei dati SISAC al 1° gennaio 2024, la carenza complessiva è stimata in 5.575 MMG, distribuiti in 17 Regioni e Province autonome.  In regione il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 57,6% del totale dei medici di famiglia, un dato superiore alla media nazionale, che è pari al 51,7%.

Come superiore alla media nazionale è il numero medio di assistiti che è pari a 1.439 (1.374 è il dato italiano). Tra il 2019 e il 2023 i medici di medicina generale in regione si sono ridotti del 9,3%. La media nazionale della riduzione è pari all’12,7%.

Un dato positivo riguarda i giovani che medici che scelgono questo tipo di lavoro: nel 2024, infatti, i partecipanti al concorso nazionale per il corso di formazione specifica sono stati superiori di 21 unità rispetto ai posti disponibili, mentre in molte ragioni si fatica non poco a coprire i posti messi a bando. A fronte di migliaia di pensionamenti, infatti, il numero di giovani medici che scelgono questa professione continua a diminuire.

Alla crisi della medicina generale, oggi la politica intende rispondere con una riforma: Governo e Regioni concordano sulla necessità di passare dal rapporto di convenzione a quello di dipendenza per i MMG, con l’obiettivo primario di garantirne la presenza nelle Case di Comunità e negli altri servizi della ASL. «Eppure –  afferma Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione GIMBE – non è stata condotta alcuna valutazione di impatto che dimostri l’efficacia di questa soluzione: un’analisi approfondita dovrebbe considerare gli effetti economici, contributivi, organizzativi e professionali di una riforma di tale portata. Se da un lato è pienamente condivisibile l’istituzione di una scuola di specializzazione in Medicina Generale, per allinearla alle altre discipline mediche, dall’altro è indispensabile un ripensamento globale del ruolo del MMG nel SSN”.