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dopo la notifica delle date

Liceo Serpieri: il prof sospeso perplesso sui tempi tecnici. 'Gli studenti, la mia forza'

In foto: lo sciopero degli studenti davanti al Serpieri
lo sciopero degli studenti davanti al Serpieri
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 1 mar 2025 15:31 ~ ultimo agg. 15:33
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Il professor Marco Enrico Mangia, docente del liceo Serpieri sospeso a seguito di una mail interna dello scorso novembre ritenuta non consona ai suoi doveri di insegnante, fa sapere di avere ricevuto comunicazione delle date della sospensione: dal 4 al 6 e dal 12 al 15 marzo, con decreto della Dirigente scolastica. E a questa comunicazione accompagna un comunicato stampa/lettera aperta”.

“Non posso far altro che prendere atto di quanto comunicatomi e comportarmi di conseguenza. Ma non posso fare a meno di osservare, dal mio punto di vista molto soggettivo, che forse l’emissione del suddetto decreto, poteva quantomeno attendere i “tempi tecnici” necessari per l’eventuale mio ricorso ad alcuni degli istituti giuridici che caratterizzano l’arbitrato” che “prevede, e concede, un tempo limite di venti giorni per la sua attivazione. Ma la decisione della Dirigente, legittima e corretta nella forma, è stata un’altra. Oggi dico che “va bene così” e mi adeguo ad essa, pur rammaricandomi, perché chi mi conosce ­ in primis i miei alunni e i miei colleghi ­  sa quanto lo stare lontano dalla scuola sia per me una grande fatica e una delle poche cose che riesce a farmi davvero male”.
Il professor Mangia ricorda di non avere mai fatto un giorno di malattia nella sua ventennale carriera: “Non perché io sia un superman, un eroe fatto di inossidabile acciaio, ma semplicemente perché la mia forza e la mia “medicina” sono i miei studenti, e i tanti altri studenti che ogni giorno incontro e saluto e con i quali parlo e discuto, negli spazi della scuola ­  e poi improvvisamente mi arrivano sette giorni di vacanza come se davvero io ne avessi urgente bisogno (naturalmente la “vacanza” non gratuita! ma … è un dettaglio che mi interessa veramente poco; anzi per me è l’unico “non problema” di tutta la mia vicenda!)”.
Rispetto alle date, “anche se alla fine di tutto il processo dovessi veder riconosciuti i miei diritti, io e le mie classi avremmo comunque perso delle ore preziose di attività didattica, che non saranno mai recuperate”.

Per concludere con “un messaggio rivolto ai miei ragazzi (a tutti i miei ragazzi e non solo alle mie classi), ai miei colleghi, ai tantissimi genitori e amici che hanno
manifestato il loro affetto e la loro solidarietà nei miei confronti: il tempo non si misura sui fogli di un calendario e sulle lancette dell’orologio, ma lo si vive nell’intensità resistente di esistenze che non si piegano ai dettami e ai dettati di piccole devozioni quotidiane, nelle cui pieghe si soffoca di aridità. Voi continuate ad essere la mia forza e io continuo ad essere vento che, nella sua molteplice consistenza di carezza e energia, non si fa fermare da nulla. Siamo vivi e restiamo vivi nel nostro essere comunità, e questa è la sola cosa che conta! Anche da lontano continuerò a soffiare su di voi la mia allegria”.