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omicidio paganelli

La verità di Manuela Bianchi e l'esperimento che può salvare Louis Dassilva

In foto: Nunzia e Davide Barzan in auto con Manuela Bianchi all'uscita dalla Procura (foto Migliorini)
Nunzia e Davide Barzan in auto con Manuela Bianchi all'uscita dalla Procura (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 5 mar 2025 02:17 ~ ultimo agg. 17:52
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Martedì 4 marzo 2025 sarà ricordato come il giorno dei colpi scena nell’inchiesta sul delitto di Pierina Paganelli. Mentre Manuela Bianchi faceva il suo ingresso in Procura a Rimini come persona informata sui fatti per poi uscirne indagata per favoreggiamento, l’ex amante Louis Dassilva, finora unico indagato per omicidio volontario e in carcere dal luglio scorso, accoglieva con un sospiro di sollievo l’esito preliminare dell’incidente probatorio sulla Cam3 della farmacia San Martino, che certifica l’incompatibilità della statura del senegalese con l’altezza dell’ignoto immortalato dalla telecamera poco dopo l’assassinio della 78enne. Ma andiamo con ordine.

Omicidio Paganelli, Manuela Bianchi indagata. Parla il consulente Barzan

L’ipotesi che l’indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli potesse allargarsi era nell’aria da settimane e così è stato. Manuela Bianchi, nuora della vittima, è stata iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di favoreggiamento. Secondo il pubblico ministero Daniele Paci, avrebbe aiutato l’ex amante, Louis Dassilava, ad eludere l’attività degli uomini della Squadra Mobile. In che modo non è ancora dato saperlo. Il sostituto procuratore, però, col passare dei mesi si è convinto che Manuela non abbia detto tutto quello sa, soprattutto con riferimento alla mattina del ritrovamento del cadavere della 78enne. Quando martedì mattina le è stato chiesto di ripercorrere nel dettaglio cosa fece in quei famosi quattro minuti di “buco”, quelli tra l’arrivo in garage e la scoperta del corpo della suocera, la Bianchi ha fornito risposte evasive e lacunose, che hanno indotto il pubblico ministero ad indagarla. L’audizione a quel punto si è interrotta e la nuora di Pierina, che al suo arrivo in tribunale, intorno alle 9.15, aveva dribblato i cronisti passando da un ingresso laterale, si è appartata con l’avvocatessa Nunzia Barzan e il criminalista Davide Barzan per un breve consulto sulla strategia da tenere. Contrariamente a quanto ci si aspettasse, la Bianchi non si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Si è così sottoposta ad un interrogatorio fiume terminato alle 22.20, con gli inquirenti che l’hanno incalzata a più riprese in merito alla sua relazione clandestina con Dassilva e al possibile incontro col senegalese avvenuto nei garage di via del Ciclamino la mattina del ritrovamento del cadavere della Paganelli, prima però di lanciare l’allarme al 118.

“Manuela ha collaborato e ha dato finalmente la sua verità”, ha spiegato all’uscita dalla Procura il criminalista Barzan, mentre la Bianchi si nascondeva dagli obiettivi dei fotografi e dalle telecamere delle tv. “Rivedere le foto del cadavere della suocera non le ha fatto bene, ma, seppur provata dal lungo interrogatorio, ha detto tutto quello che sapeva”. Quale sia la verità fornita dalla Bianchi resta un’incognita al momento: “L’interrogatorio è stato secretato e non posso entrare nei dettagli”, ha concluso Barzan. Secondo indiscrezioni, la Procura sarebbe in possesso di alcune consulenze foniche definite importanti per l’indagine. Forse una voce femminile, forse un sussurro, registrati dalla stessa telecamera, installata nel box di un condomino, che ha captato anche le urla strazianti della vittima.

E’ possibile che la Bianchi abbia ammesso davanti al pm Paci e al capo della Squadra Mobile Marco Masia di essere stata avvisata da Dassilva della presenza del cadavere della suocera dietro la porta tagliafuoco del garage? O magari che il senegalese le abbia fatto intendere di aver risolto a modo suo il ‘problema Pierina’? Interrogativi ai quali non è ancora possibile dare delle risposte, già in possesso invece degli inquirenti, chiamati ora a verificare la mole di dichiarazioni rese ieri dalla Bianchi. Dichiarazioni che assumono un’importanza ancora maggiore, soprattutto alla luce dei primi risultati sull’esperimento giudiziale sotto la Cam3, che sembrerebbe abbia demolito la prova regina nelle mani della Procura. Dassilva, all’esito della preliminare, se raffrontato all’ignoto che sfila davanti alla telecamera della farmacia San Martino, sarebbe 10-15 centimetri più alto. Un risultato accolto con comprensibile soddisfazione dai suoi difensori, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, e che apre ad una possibile scarcerazione del senegalese. Sempre che la Bianchi, nelle oltre 12 ore di interrogatorio in Procura, non abbia scaricato l’ex amante, fino ad oggi sempre difeso pubblicamente.