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Indagine Confindustria. Le aziende investono in formazione, macchinari e software.

Il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi ©Riccardo Gallini /GRPhoto

Nonostante una congiuntura economica non semplice anche nel 2024 le imprese romagnole hanno continuato ad investire, con aumenti di spesa sul 2023 del +22,5%. E anche per il 2025 il trend è lo stesso con crescita prevista del 24%. I dati emergono dal monitoraggio eseguito dal Centro Studi di Confindustria Romagna tra le proprie associate sulle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, che fanno parte del comparto manifatturiero e dei servizi. Nel 2024 le aziende hanno investito in impianti, macchinari e attrezzature (72%), software ICT (58%), formazione del personale (46%), ricerca e sviluppo (32%), digitalizzazione (30%). Le previsioni per il 2025 vedono fra i più ricorrenti ancora impianti, macchinari e attrezzature (67%), software (61%), formazione del personale (47%), tutela e sostenibilità ambientale (31%).

L’associazione di categoria ha svolto anche un focus sul post alluvioni e sugli investimenti previsti per tutelarsi. E’ emerso che le misure maggiormente implementate negli ultimi due anni per prevenzioni contro le alluvioni e per mitigare i rischi futuri sono state: per il 23% formazione ai dipendenti su come rispondere a situazioni di emergenza, il 20% ha sviluppato piani di emergenza ed evacuazione, il 12% ha installato barriere anti-inondazione, il 12% ha sottoscritto assicurazioni contro eventi alluvionali. Per quanto riguarda la dimensione degli investimenti, il 19,4% ha investito meno di 10.000 euro, il 9% ha investito tra 10.000 e 50.000 euro, il 6% ha investito tra 50.000 e 100.000 euro, e il 10.4% ha investito oltre 100.000 euro.
Variegate le fonti di finanziamento: il 7,7% delle aziende rispondenti ha ottenuto prestiti bancari, un altro 7,7% ha usufruito di finanziamenti pubblici, il 33,3% ha utilizzato assicurazioni e il 28,2% ha investito con capitale proprio.
Le aziende ritengono che in futuro saranno necessari ulteriori miglioramenti strutturali (59,5% dei rispondenti), l’implementazione di sistemi di monitoraggio e allarme avanzati (37,8%), e maggiore collaborazione con enti locali e comunità (27%).

Emerge in pima battuta un’attenzione alla formazione del personale per affrontare le emergenze e alla predisposizione di piani di evacuazione, mentre per il futuro le esigenze
si concentrano sugli investimenti strutturali – riassume il presidente Roberto Bozzi segno che le imprese confermano l’atteggiamento proattivo iniziale, che fin dalle primissime ore
ha contraddistinto la reazione del tessuto produttivo colpito dalla calamità”.

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