In sala Ressi parte il percorso del nuovo Piano Urbanistico Generale di Rimini


E’ ufficialmente partito oggi pomeriggio del teatro Galli il percorso del nuovo Piano Urbanistico Generale di Rimini. In una sala Ressi gremita sono i gli obiettivi dello strumento di programmazione strategica, pianificazione e gestione del territorio comunale. Il PUG è uno strumento di cui le amministrazioni si devono dotare, come previsto dalla legge regionale 24 del 2017, per perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio territorio. Presenti insieme alla autorità cittadine anche rappresentanti di associazioni di categoria e del mondo economico, sociale e culturale di Rimini.
L’introduzione del sindaco Sadegholvaad:
Credo che la storia urbanistica di Rimini dal 1945 si snodi lungo due grandi linee di pensiero, spesso confliggenti. Una, diciamo così, innovativa che vuole fare di questa città un esperimento di modernità e razionalità, reinventandola secondo canoni moderni e efficienti (oggi si direbbe sostenibili sia ambientalmente che socialmente) dopo una distruzione bellica che richiama per certi versi la tedesca Dresda.
L’altra chiamiamola conservativa/speculativa che dà priorità alle ragioni della veloce ricostruzione e dei multiformi, singoli interessi. Qualcuno l’ha anche fissata per sempre con una parola: riminizzazione. E’ paradossale ma vero che Rimini sia stata la prima città d’Italia a volere dotarsi nel dopoguerra di un Piano regolatore, così come tra le primissime nel Paese a misurarsi con un Piano strategico; e, allo stesso tempo, diventare un vero e proprio ‘cimitero’ di grandissimi urbanisti italiani che da qui se ne andarono sbattendo la porta. I nomi di Campos Venuti, De Carlo, Benevolo ne sono limitato ma significativo compendio.
Nell’aprire il percorso verso l’elaborazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) mi pare utile ripercorrere alcune delle direttrici storiche che ci hanno portato sin qui. Utile soprattutto per affermare un principio basilare di un nuovo strumento che non nasce per un rimorso di coscienza. Il suo obiettivo deve essere quello di traghettare la città nel futuro attraverso le sfide della rigenerazione del territorio urbanizzato e della sostenibilità ambientale e sociale.
Il PUG che immagino non sarà ideologico ma realistico, pragmatico, consapevole delle sfide che muovono oggi i contesti e le trasformazioni di ogni tipo in cui si calano le città contemporanee.
La scelta di questa presentazione pubblica, e di questo luogo prestigioso ma anomalo rispetto ai codici che governano la materia urbanistica, stanno semplicemente a significare che il nascendo PUG parla di Rimini, si confronta con Rimini tutta. Solitamente si definisce tutto questo con il termine ‘partecipazione’. Preferisco ‘viaggio da fare assieme’ sin dal primo metro.
Un viaggio aperto, che formalmente sta nell’ambito di una Legge regionale, la 24/2017, che ha di per sua natura una connotazione più strategica che normativa. Ed è probabilmente per questa sua singolarità d’approccio rispetto al ‘prima’ che, ad oggi, la stragrande maggioranza dei Comuni dell’Emilia Romagna non si sia ancora allineata alla legge con i propri strumenti di pianificazione e gestione del territorio (29 Comuni in tutta la regione hanno approvato il PUG su un totale di 330).
E’ evidente come la storia delle città italiane e forse del mondo nell’ultimo mezzo secolo abbia via via registrato un sempre minore interesse verso gli urbanisti a favore della crescita esponenziale dei singoli progetti e progettisti, con fenomeni addirittura di semi divismo contemporaneo (le archistar) e operazioni di vero e proprio marketing urbano. Potremmo leggere in questo dato quasi il tramonto di un’idea collettiva di società, emergendo dall’altra parte un individualismo la cui forma comunitaria è semplicemente la somma dei singoli interessi. La realtà, probabilmente, è più complessa di questa che è solo una semplificazione. Basti pensare, anche sul nostro territorio, come pianificazioni di chiaro stampo dirigista, se vogliamo ideologico, si siano dimostrate inapplicabili, producendo, per eterogenesi dei fini, l’effetto opposto e cioè il successivo procedere a colpi di varianti che andavano a lacerare definitivamente ogni tentativo di disegno generale. Questo per dire che, anche per il rapporto con il privato, che non è diavolo né acqua santa, il percorso del PUG dovrà prevedere un coinvolgimento e una disponibilità trasparenti. Se l’obiettivo è Rimini, allora bisogna lavorare di concerto, convincendo tutte le parti che una città armonica è un vantaggio per la comunità e, allo stesso tempo, per il portatore del singolo interesse. Ho detto poco fa che vogliamo essere pragmatici. Aggiungo che l’edilizia dei singoli progetti non dovrà avere alcuna precedenza rispetto al disegno del tessuto urbanistico complessivo.
Mi avvio alla conclusione. Siamo figli di una stessa storia e viviamo in una città che è unica e anomala sia nelle potenzialità che nelle criticità. La lunga vicenda urbanistica post bellica dimostra proprio questo assunto: contraddizioni che non hanno impedito però una rinascita prorompente. Negli ultimi 20 anni è stato attivato prima di tutto il percorso del Piano strategico che ci ha dato una bussola e molte certezze. Dopo il PRG Benevolo a cavallo del millennio, abbiamo avuto PSC e RUE che, nella loro applicazione mostrano, come logico che sia, grandi pregi e alcuni difetti. Nel frattempo è cambiata e sta cambiando la società. Problemi inesistenti sino a pochissimi anni fa, adesso interrogano in maniera urgente il futuro stesso delle città. Pensiamo ad esempio al boom degli affitti brevi e come stia mettendo a rischio il tessuto sociale ‘misto’ che sin qui ha caratterizzato la città italiana, determinando a tutti gli effetti una vera e propria gentrificazione che spinge nelle periferie i ceti più giovani o con inferiore disponibilità economica.
– L’emergenza casa,
– la questione ambientale,
– la mobilità,
– i servizi pubblici
– e, in più per Rimini, la necessità di garantire il futuro (e dunque occupazione e benessere) stimolando la modernizzazione e la competitività internazionale dell’infrastruttura turistica pubblica e privata
sono già i pilastri principali su cui dovrà sorgere la ‘casa’ del PUG.
Per questo il Piano che nasce oggi, che parte con l’obiettivo amministrativo di essere assunto auspicabilmente entro la fine di questo mandato (primavera 2027) e con il proponimento di accelerare i tempi sui temi della casa e della rigenerazione della fascia turistica, dovrà rispondere a un orizzonte più ampio di singoli, seppur legittimi interessi. Uno strumento che sappia traguardare nel futuro Rimini, una città che ha l’ambizione di immaginarsi contemporanea potendo contare su saldi appoggi in una storia pulsante e viva. E mi piacerebbe che questa Rimini fosse bella da vivere, gioiosa, a misura di persona e di bambino. So che questi sono stati d’animo e non percorsi amministrativi. Ma credo che in un tempo di scarsi sorrisi e di tante preoccupazioni riprogettare i luoghi della nostra vita intorno al benessere e alla bellezza sia quanto di più necessario possa esserci. Grazie
La traccia dell’assessora alla pianificazione Valentina Ridolfi:
Oggi non presentiamo il PUG ma diamo avvio al percorso per l’elaborazione e la co-progettazione del nuovo strumento urbanistico di Rimini, il PUG appunto: il Piano Urbanistico Generale.
Ringraziamo quindi per la presenza, non simbolica, dei colleghi di giunta, dei consiglieri comunali, dei dirigenti e dei responsabili dei diversi settori comunali, degli altri enti territoriali, dell’Università di cui egualmente ringraziamo i diversi rappresentanti. Ringraziamo anche i rappresentanti di tutte le realtà del territorio, associative, sindacali, imprenditoriali che ci mostrano in questa occasione la loro attenzione, e confidiamo anche la loro disponibilità ad essere parte di questa nuova avventura.
PdF, PRG, PSC, POC, RUE, e POI PP, PdC e potrei continuare per molto tempo a citare i tanti acronimi di cui l’urbanistica si è dotata nei decenni lontani e negli anni più vicini per indicare piani, processi, procedimenti.
Questi acronimi, a dispetto della loro intenzione semplificatoria, hanno finito spesso per assumere un’aura iniziatica e non raramente respingente per chiunque volesse avvicinarsi realmente alla condivisione (indispensabile!) di quello che, in buona sostanza, altro non è che un grande progetto di sviluppo della città, con le sue forme e prassi di indirizzo e regolamentazione.
Un progetto che, invece, oggi più che mai, presuppone, per essere non un esercizio di stile o un mero ottemperamento normativo a cui attenersi di una grande condivisione collettiva da parte della comunità tutta che vive e opera in una città. Per questo abbiamo organizzato questo momento di avvio. Per far capire a tutti che facciamo sul serio e che vogliamo, come amministrazione, cogliere questa occasione per dotarci di un grande progetto condiviso di città.
Nel fare il piano oggi, in quello che da più parti viene definito come il “secolo urbano”, il secolo delle città, siamo di fronte ad una innovazione sostanziale rispetto alla passata urbanistica novecentesca. Non siamo più, infatti, in presenza di una pianificazione che mira, come quella del passato, a regolare, dal punto di vista spaziale e quantitativo, la crescita urbana, a ripartire la città in zone, a stabilire indici, ma ad una pianificazione che necessita di essere duttile, adattiva, flessibile. Come è la nostra epoca, in cui tutto cambia rapidamente e gli scenari in cui ci muoviamo sono estremamente mutevoli.
Infatti, la L.R. 24/2017 cerca di interpretare in maniera abbastanza innovativa questo cambiamento. Pur con alcuni difetti, soprattutto per tempi ancora troppo lunghi di elaborazione dei piani, la legge regionale rappresenta comunque un grande passo avanti. Questa legge, infatti, che mi piace ricordare deve molto anche a quanto appreso dal lavoro che la Regione ha fatto con il nostro Comune sulla concezione urbanistica del progetto del Parco del Mare, ha infatti un forte focus sulla strategia.
(…)
Partendo dal presupposto che la stagione dell’espansione urbana è finita, gli obiettivi di dare, da un lato, condizioni e funzioni a chi vive la città 365 giorni all’anno e, dall’altro, di rigenerare il sistema, anche fisico, dell’accoglienza turistica, rischiano dunque di entrare in conflitto. Il Pug sarà l’opportunità per affrontare in maniera organica questi due temi essenziali. Sul fronte della riqualificazione del prodotto in fascia turistica, il lavoro partirà da subito proseguendo di fatto il percorso già avviato nei mesi scorsi, definendo una strategia che tenga conto di tutte le diverse componenti, all’interno di un respiro omogeneo e di un confronto allargato e fattivo. L’obiettivo è mettere nelle condizioni la parte privata del turismo di investire e programmare in coerenza con l’ambiziosa visione della città: una direzione che ha già permesso a Rimini di puntare sulla destagionalizzazione e crescere l’appetibilità sui mercati esteri.
Stessa cosa vale per la pianificazione della città consolidata e del centro storico. Così come intendiamo da subito aprire il tavolo casa, per affrontare la questione urgente dell’abitare.
Questo lavoro presuppone tre condizioni fondamentali per essere davvero uno strumento lungimirante, contemporaneo ed efficace:
– una grande collaborazione tra i diversi settori dell’Amministrazione e tra l’Amministrazione e gli altri enti territoriali;
– una stretta cooperazione con tutte le realtà del territorio che ne rappresentano il tessuto economico, sociale, culturale;
– il coinvolgimento più ampio della cittadinanza.
Perché il Piano non è “casa d’altri”, qualcosa di chiuso dentro gli uffici comunali, ma deve essere il Piano di tutti quelli che vorranno e potranno dare il loro contributo.
Con questa presentazione che, seppur brevemente, ha voluto dare un segnale chiaro e forte del tipo di percorso di Piano che vogliamo condurre. Insieme con tutti voi e con chi altro vorrà dare il suo contributo per il progettare, nel senso vero del temine di “gettare avanti”, il futuro della nostra città e della nostra comunità tutta.
Vi invito quindi fin d’ora, all’interno delle vostre realtà, a tenere ben presente il lavoro che da oggi parte e a farne parte anche delle vostre riflessioni e proposte.
Nel frattempo, voi un sincero grazie per esserci stati e arrivederci a presto per partire con i lavori.