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“Il sole dei morenti”. Nuovo viaggio della nostra fanatica di libri

I lettori di Newsrimini hanno imparato ad apprezzare le incursioni domenicali, una volta al mese, della nostra fanatica di libri. Le recensioni dei romanzi che prende tra le mani toccano corde profonde e invitano alla lettura. In questa domenica Marina Andruccioli* commenta Il Sole dei Morenti (editore E/O-2012) di Jean-Claude Izzo.

Il libro di Jean-Claude Izzo affronta un tema quanto mai spinoso e complesso. Quando incontro queste persone che decidono di vivere per strada, o che per le vicissitudini della loro vita non hanno altra scelta se non quella di tentare di sopravvivere ai margini della società, le emozioni che provo sono sicuramente sofferenza mista a tenerezza. Credo sia la stessa emozione atavica che ci
accomuna tutti, come il vedere un grande e maestoso albero divelto.
Non è una lettura leggera quella che vi propongo, Il sole dei morenti è un libro complesso e duro, le parole di Izzo sono incise su pagine di carta vetrata; sono intrise di malinconia e dolore ma vale la pena di affrontare un tema tanto duro quanto controverso, ma anche intensamente intriso di umanità e fragilità, proprio come dice l’autore nella sua nota a inizio libro: “Leggendo queste pagine, chiunque può riconoscersi“. Clochard, homless, senzatetto, barboni: qualunque appellativo preferiamo utilizzare, sono loro i protagonisti di questo romanzo.
Rico, dopo che la moglie lo ha lasciato perde il lavoro, la casa, suo figlio. Perde tutto. E scivola, scivola sempre più in basso e si ritrova in strada, al freddo.
Ma come fanno a non sentire freddo? Forse la felicità tiene al caldo“. “Solo quando il mondo ti crolla addosso scopri l’orrore. Che nel mondo esiste l’orrore. Perchè sei sbattuto in un’altra vita e incontri gente di cui non avevi nemmeno immaginato l’esistenza, né il dolore“.
Sai, un bel giorno non ho più avuto voglia di lottare per fare soldi e tutte quelle cazzate lì… Rico, la strada è piena di brava gente come noi“.
Posso senz’altro confessare che mai, tutte le volte che mi è capitato di incontrarli questi esseri umani che la società tende a non vedere, sono riuscita a guardarli negli occhi. Non è per il loro aspetto, non è per paura e neppure per repulsione: non riesco a guardare in faccia quella paura, quella consapevolezza che se ne sta rannicchiata in fondo al nostro inconscio e sembra dirci che può succedere a tutti noi di cadere e di non trovare neppure una mano che sia disposta ad aiutarci a rimetterci in piedi. Anche io ho cercato di acquietare la mia coscienza ammantandomi o meglio nascondendomi sotto al mantello del buon samaritano, e ho ricevuto una memorabile lezione di vita.
Anni fa, entrando in un supermercato, ho notato che davanti all’ingresso stavano sedute a terra due persone, un ragazzo ed una signora di una certa età. Girovagando per le corsie del negozio ho pensato di prendere qualcosa da mangiare anche per loro. Uscita dal supermercato mi sono fermata accanto a loro ed ho allungato il sacchetto in cui avevo messo un pollo arrosto ed altro cibo: sono per voi, dico. La signora mi guarda e mi chiede cosa ci sia nel sacchetto e alle mie spiegazioni la donna mi ha risposto “siamo vegetariani“.
Sono rimasta impietrita e a dirvela tutta mi sono anche vergognata della mia superficialità, e non ho potuto far altro che andare via.
E’ stato un insegnamento feroce, ma estremamente istruttivo, se avessi avuto bisogno di capire cos’è la dignità, eccomi accontentata: chi ha bisogno non è detto che abbia bisogno di quello che tu vuoi offrire e per quanto indigente sia, è libero di dire no. Finito il libro, ho ripensato a questo episodio che vi ho raccontato ed ho pensato che il tema degli homless è un tema ostico e complesso ma la bellissima anima di questo libro ci permette di guardare a questa sofferenza con occhi diversi. Un po’ come l’immenso orrore dell’olocausto raccontato in modo superbo nel film di Benigni “La vita è bella“: attraverso la dolcezza degli occhi di un bambino anche l’orrore può essere affrontato e sconfitto.

ndr. Marina Andruccioli ha pubblicato questo articolo su www.bookavenue.it

 

*Marina Andruccioli risiede in provincia di Rimini dove, da Agraria, si è occupata del verde pubblico, ora è impiegata. Affascinata dall’animo umano quanto dalla Natura e dall’ambiente che ci circonda, esamina questi due ambiti come se fossero uno solo: nel suo modo di pensare interno ed esterno stessa cosa sono. Continua quindi ad approfondire queste due passioni: la Natura ed il mondo esterno e la natura umana ed il mondo interno. Fanatica di libri sin da piccola è anche fotografa appassionata.

Scrive recensioni sul sito www.bookavenue.it

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