Una 23nne straniera, mamma di una bimba di pochi mesi, che alloggiava in un hotel di Rimini insieme al compagno, anche lui straniero, ha denunciato alla polizia Locale di essere stata violentata due volte, tra il 27 dicembre e l’1 gennaio, da un conoscente albanese di 27 anni che frequentava la stessa struttura dove erano ospiti alcuni parenti dell’uomo.
Il racconto della giovane mamma ha trovato riscontro nell’incidente probatorio avvenuto lunedì davanti al gip di Rimini Raffaele Deflorio e alla presenza del pubblico ministero Luca Bertuzzi, che ha coordinato le indagini svolte dagli agenti del Nucleo Falchi. Due le violenze subite dalla 23enne. La prima risalente al 27 dicembre 2024, quando la ragazza fu attirata con una scusa dall’albanese nella stanza dove fino a poco tempo prima aveva alloggiato un parente dell’uomo. Una volta all’interno, il 27enne avrebbe spento la luce per poi puntarle alla testa una pistola (forse giocattolo). Dopo averla obbligata a sdraiarsi sul letto, le sarebbe salito sopra e l’avrebbe violentata. “Se parli con qualcuno ammazzo te, tua figlia e il tuo compagno”, sarebbe stato l’avvertimento.
Il secondo episodio si sarebbe verificato il giorno seguente, quando la vittima era in compagnia della bimba. La giovane ha raccontato che l’albanese, dopo averla avvicinata nella hall, l’ha convinta a salire davanti alla stessa stanza. Poi, dopo aver aperto la porta, l’avrebbe spintonata all’interno costringendola a compiere atti sessuali alla presenza della figlioletta. “Se non dici nulla ti aiuterò ad ottenere i documenti che ti servono e ti aiuterò economicamente”. Due giorni più tardi il 27enne avrebbe bussato alla porta della stanza della giovane, ma, trovando in camera anche il compagno, avrebbe cambiato in corsa le sue reali intenzioni limitandosi ad un saluto di circostanza prima di andarsene.
La donna, spaventata dalla continua presenza dell’albanese e dalle minacce di morte subite, è crollata raccontando tutto al compagno che l’ha convinta a sporgere denuncia. Quando gli agenti della polizia Locale hanno mostrato alla vittima alcune foto segnaletiche, lei ha riconosciuto subito il suo stupratore, indicandolo senza il minimo dubbio. E lo stesso ha fatto nel corso dell’incidente probatorio. L’albanese, assistito dall’avvocato Massimiliano Orrù, ad oggi risulta indagato per violenza sessuale continuata e minacce aggravate. Nella sua abitazione la polizia Locale ha effettuato anche delle perquisizioni che avrebbero dato esito negativo. La 23enne, invece, nel frattempo ha lasciato Rimini e si è trasferita fuori provincia.